I CONTENZIOSI LEGALI DELLE ALTRE BANCHE
Dalla semestrale di Mps è emerso che ci sono circa 800 vecchi soci che hanno chiesto un risarcimento alla banca toscana per una cifra complessiva vicino agli 800 milioni di euro. Tuttavia, scrive Il Giornale, anche altre banche hanno conteziosi in ballo. Unicredit, per esempio, sempre con la semestrale 2017 ha fatto sapere che ci sono circa 20.500 procedimenti giudiziari pendenti nel confronti delle società del gruppo. E “a presidio delle eventuali passività e costi che potrebbero scaturire dai procedimenti giudiziari pendenti Unicredit ha in essere, al 30 giugno, un fondo per rischi ed oneri pari a 1,27 miliardi. Il ‘petitum complessivo’ riferito ai procedimenti giudiziari diversi da quelli giuslavoristici, fiscali e attinenti al recupero del credito è di 10,4 miliardi”, si legge sul quotidiano milanese. Che cita anche le “due possibili grane legali” di Intesa Sanpaolo (on Alis Holding e la Sec americana) e i 2,26 miliardi di petitum di Banco Bpm, frutto delle eredità di Bpm e di Banco Popolare.
LA RICHIESTA DI PROROGA PER LA GACS
Quando il Governo aveva deciso all’inizio dello scorso anno di varare la Garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs) c’era un po’ di scetticismo sulla reale efficacia di questo strumento, che in effetti rimase per diverso tempo scarsamente utilizzato. Solamente nell’ultimo periodo, grazie alle operazioni sui crediti deteriorati, come quella di Monte dei Paschi, le Gacs hanno cominciato a essere “di moda”. Tuttavia sono da poco scaduti i 18 mesi dall’introduzione dello strumento fissati per la sua durata e il decreto del Mef prevede che si possa prolungare il periodo di altri 18 mesi, “previa approvazione della Commissione europea”. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, il Governo si sarebbe già attivato per ottenere il via libera di Bruxelles. Tuttavia non è chiaro se abbia chiesto delle modifiche o se invece voglia ripresentare il medesimo testo del decreto.
Le Gacs potrebbero essere rese più appetibili e convenienti, visto che, scrive il quotidiano di Confindustria, sul mercato sono considerate “care”. Del resto sono in grado di far avere la garanzia dello Stato sulle tranche senior delle cartolarizzazioni, rendendole di fatto simili a dei Btp. Per questo gli investitori più esperti sono spinti spesso a cercare rendimenti più alti in strumenti che sono privi della Gacs. Il Sole 24 Ore segnala che alle banche stesse che cedono gli Npl potrebbe convenire tenere in portafoglio i titoli garantiti dallo Stato. Questo fa sì che le tranche senior non finiscano nemmeno sul mercato.