FITCH ALZA IL RATING DELLE OBBLIGAZIONI GARANTITE

Dopo aver alzato il rating sul debito senior, passato da B- a B con outlook stabile, Fitch ha deciso di intervenire anche sul giudizio relativo alle obbligazioni garantite della banca senese, portandolo da BBB ad A+. Secondo l’agenzia di rating, la ricapitalizzazione precauzionale, insieme all’inizio del deconsolidamento dei crediti deteriorati, in grado di far migliorare la qualità degli asset detenuti, giustificano tale decisione. Dunque il piano industriale approvato dalle autorità europee sta dando i suoi effetti, considerando che l’intervento pubblico e la cessione degli Npl sono due capisaldi del piano stesso. Che ancora non possono dirsi completamente conclusi, visto che lo Stato dovrebbe aumentare la sua quota nel capitale della banca con la conversione delle azioni date agli obbligazionisti subordinati in bond senior e che la cessione degli Npl non è stata effettivamente ancora realizzata.



RISCHIO ESODATI PER GLI ESUBERI?

Come noto, il piano industriale di Monte dei Paschi approvato dalle istituzioni europee prevede che ci siano circa 5.500 esuberi, di cui 4.800 in Italia in base a scelte volontarie dei dipendenti. Nelle scorse settimane, i vertici della banca e i sindacati hanno siglato un accordo per 1.200 uscite che avverranno entro fine ottobre, definendo anche quali lavoratori potranno accedere agli “scivoli” previsti, con l’utilizzo del fondo di solidarietà di categoria. Il Manifesto riporta però l’allarme lanciato da Stefano De Rosa, ex sindacalista e bancario di Roma ancora in attività. L’accordo prevede infatti che i dipendenti per uscire dall’azienda dovranno provvedere entro il 10 ottobre alle dimissioni telematiche. Che tuttavia rappresentano una modalità che, avverte De Rosa, “esclude del tutto la possibilità di raggiungere accordi in ‘sede protetta’ come quella sindacale, usata in tutti gli altri accordi nei quali i lavoratori sottoscrivevano le dimissioni nella sede dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana”.



In buona sostanza, se ci fossero una riforma delle pensioni che modificasse i requisiti di vecchiaia, questi lavoratori potrebbero trovarsi a essere degli esodati. Cioè, una volta terminata la copertura del fondo, non avrebbero però i requisiti per accedere alla pensione. Il Manifesto riporta però anche le parole di Antonio Damiani, che ha seguito l’accordo per la Fisac e secondo cui non esiste alcun rischio. “Nel caso di teoriche modifiche legislative troveremo le soluzione per salvaguardare i lavoratori assieme all’azienda, questo è scritto esplicitamente nell’accordo”, spiega il sindacalista.

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