Come giudichereste una città dove in un solo weekend si registrano 8 morti e 63 feriti per colpi di arma da fuoco? Anzi, pongo la domanda in altro modo: dove collochereste geograficamente una città con un record simile? Immagino in Iraq o in qualche area di Messico o Colombia dilaniata dalla lotta tra cartelli del narcotraffico. E invece no, questi due grafici ci mostrano come questa capitale dei proiettili che fischiano nell’aria sia Chicago, nei civilissimi Usa. Certo, già in passato la città è stata teatro di sanguinose stragi fra gangster, ma quanto successo lo scorso weekend non ha a che fare con una faida, né con il terrorismo, né con lo scontro tra suprematisti bianchi e antirazzisti che da un paio di settimane è balzato sulle prime pagine dei quotidiani. Era un normale fine settimana, due giorni e due notti durante le quali solitamente la gente esce per andare a bere qualcosa, al ristorante, al cinema o a ballare. Sto parlando di pochi giorni fa e di un numero di morti record: il secondo fine settimana più mortale del 2017, dopo i 102 feriti delle celebrazioni del 4 luglio e peggio dei 52 del Memorial Day (periodo festivo di tre giorni, però). 



Come notate, un numero di vittime non molto distante da quello raggiunto per l’attentato a Barcellona. Eppure, nessuno ne parla. E non si tratta di un weekend di violenza one-off, legato a qualche evento particolare: è un’epidemia di violenza che va avanti da anni, come mostra il grafico. Come mai i principali quotidiani e canali televisivi, tutti muniti di almeno un corrispondete da New York o Washington, non si sono sentiti in dovere – nelle ultime settimane – di far prendere un aereo al loro valente giornalista e fargli raccontare cosa accade nella città finora nota più che altro solo per le gesta sportive di Michael Jordan? Due, tre inviati a Barcellona e nulla a Chicago. Forse perché quella di Chicago è guerra vera? O, forse, perché non si deve raccontare cosa accade davvero in America, visto che quel Paese ancora una volta si è messo in prima fila nella lotta al terrorismo, dopo l’annuncio relativo a nuove truppe in Afghanistan fatto l’altra notte da Donald Trump in persona? 



A noi deve bastare sapere di Charlottesville e del Ku Klux Klan che torna in piazza, lo schema riguardo gli Usa lasciati in eredità da Barack Obama deve per forza essere quello della reductio: buoni contro cattivi, anti-razzisti contro suprematisti, Bene contro Male. Certo, quello che opera a Chicago e che porta a quei numeri impressionanti è crimine comune, legato spesso e volentieri a rapine, spaccio e racket: ovviamente, l’Isis ha più appeal, il pericolo terroristico ha maggiore presa sull’opinione pubblica, così come l’incubo nucleare della Corea del Nord, come ci mostra questa tabella, elaborata su dati Statista della scorsa settimana. Eppure, c’è dell’altro dietro quelle pallottole che riempiono i pronto soccorso e gli obitori ogni weekend nella capitale dell’Illinois. E non sono i famosi nazisti dell’Illinois raccontati con ironia nel film The Blues Brothers, anche se il periodo storico si presterebbe, bensì qualcosa che ha molto a che fare proprio con l’Afghanistan tornato prepotentemente in copertina. 



Si tratta di quanto raffigurato nel grafico più in basso, ovvero della vera e propria strage che gli oppiacei hanno compiuto tra il 2000 e il 2015 negli Usa. Parliamo, solo per il 2015, di oltre 30mila casi di overdose legati a quella sostanza, sia tramite uso farmaceutico e legale (Oxycontin), sia attraverso il mercato nero dello spaccio (eroina). La crisi finanziaria è stata anche questo. Anzi, è stata soprattutto questo e soprattutto per la spina dorsale dell’economia Usa, quella classe media e operaia del Mid-West che ha spedito Trump alla Casa Bianca perché ritrovatasi proletarizzata dalla crisi: licenziamenti, pignoramenti, l’umiliazione dei sussidi, soprattutto alimentari, luce e gas staccati, niente più auto, né carta di credito, figli ritirati dal college perché ora la retta è troppo alta. E dove ci si rifugia quando si è disperati e non si ha la fede? Alcool, farmaci e droga. 

Il problema ulteriore ed emerso nell’ultimo periodo è che il fenomeno non riguardo più soltanto la fascia lavoratrice over-30. Questo ultimo grafico è stato pubblicato l’altro giorno dal quotidiano inglese The Guardian a corredo di uno studio medico devastante, i cui contenuti fanno rabbrividire. Negli Usa, il tasso di overdosi fra ragazzi di età compresa tra i 15 e i 19 anni nel lasso di tempo fra il 2007 e il 2014 era sceso del 26%, addirittura tra i ragazzi il crollo era stato di un terzo. Poi, nel 2015, quel medesimo tasso è tornato a salire fra i teenagers Usa, addirittura di un quinto del totale. In quell’anno, negli Stati Uniti, i giovani morti per overdose furono 772, contro i 658 dell’anno precedente. 

Eroina? Crack? Ecstasy? Cosa sta letteralmente uccidendo la gioventù Usa, dopo aver tramutato la classe lavoratrice in un esercito di zombie? Oppiacei sintetici come il Fentanyl o il Carfentanil, i quali pur potendo essere potenzialmente 100 volte più potenti della morfina, sono semplici farmaci anti-dolorifici che si possono comprare al drugstore con la ricetta del medico o, sempre più facilmente, al mercato nero. Lo stesso che, però come effetto collaterale tinge di sangue le notti di città come Chicago. Insomma, controllo sociale assoluto e mercato del lavoro sempre al ribasso a livello salariale: si accetta tutto. Chi per poter andare in pensione, se mancano pochi anni al traguardo (vedi l’esercito di over-50 assunto da grandi catene come Wal-Mart e simili negli anni della “ripresa” obamiana), chi per comprarsi il Fentanyl e cercare pace: capito perché non mandano inviati a Chicago e ne mandarono 8 alle primarie del Partito Democratico? Ma, soprattutto, alla luce della sua prima voce del Pil nazionale, ovvero l’oppio, capito perché di colpo l’Afghanistan è diventato di nuovo l’ombelico terroristico del mondo, pur non essendolo, almeno come grado di minaccia esterna? Cosa pensate che presidino i militari Usa in quel Paese, già oggi più di 10mila su un totale Nato di 13mila, moschee e scuole o rossi campi del controllo sociale endovena? Aprite gli occhi, perché la retorica di Barcellona è stata tale da rintronare anche un toro.