LE PAROLE DI PASSERA SULLE BANCHE

La crisi di Mps sembra essere stata superata grazie all’intervento dello Stato, che ha stanziato fondi anche per il salvataggio di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. In molti ricorderanno, però, che per la banca toscana alla fine dello scorso anno era sceso in campo anche Corrado Passera, proponendo una soluzione alternativa a quella dell’aumento di capitale poi fallito. Ora l’ex ministro, intervistato da Il Corriere della Sera, spiega che si è riusciti a sistemare delle banche in Italia, “disgraziate e alcune gestite da manigoldi, ma a costi altissimi per il contribuente. Quei soldi versati per le venete non li rivedremo più. Ma potremmo fare molto di più per ripulire i bilanci dal cattivo credito e, soprattutto, ridisegnando il settore alla luce delle nuove tecnologie e nuove regole”. Parole dette con cognizione di causa, considerando che Passera è stata a lungo alla guida di Intesa Sanpaolo.



LE CERTEZZE DI PATUELLI (ABI)

Antonio Patuelli è fiducioso sul fatto che l’operato della Commissione parlamentare di inchiesta sulle crisi bancarie potrà portare alla luce elementi importanti per capire le reali responsabilità riguardanti i dissesti di Monte dei Paschi, Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Intervistato da Il Giornale, il Presidente dell’Abi ricorda che la Commissione stessa potrà ottenere i nomi dei creditori insolventi che hanno contribuito a determinare i dissesti delle banche. Patuelli si dice anche convinto che dopo gli atti relativi a Monte dei Paschi e alle banche venete, “sia stata superata la fase delle crisi bancarie”. “Agosto è stato il primo mese della nuova stagione”, aggiunge Patuelli, che affronta poi un altro tema collegato al settore bancario, quello dell’alto numero di esuberi determinati da aggregazioni o da situazioni di crisi. Dal suo punto di vista il fondo di categoria “è sostenibile e gestito nella maniera più trasparente: il mondo bancario, aziende e addetti, riceve meno risorse di quante non ne versi allo Stato per la Cig, che non utilizza. Ora vigileremo che sia rispettato il principio che il denaro stanziato ma non utilizzato sull’anno confluisca nelle disponibilità del Fondo per l’anno successivo”.



Il Presidente dell’Abi non si sottrae poi a una domanda relativa agli effetti che potranno esserci per via della concorrenza di colossi digitali che stanno cominciando a offrire servizi tipici della banca. “Con regole paritetiche le banche italiane ed europee hanno piena capacità competitiva anche perché non sono seconde a nessuno in innovazione”, spiega, aggiungendo di non temere la concorrenza, che anzi “stimola e fortifica”.

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