LE OBBLIGAZIONI SUBORDINATE

Un lettore del portale Finanza Report, e anche azionista di Monte dei Paschi di Siena, è preoccupato come tutti gli altri azionisti rispetto alla conduzione che regna alle volte sulle varie casistiche delle obbligazioni Mps. Nello specifico, chiede a FinanzaReport: «Io ho acquistato un’obbligazione T2 scad 2020 5,6 nel 2011 direttamente in una filiale Mps. Io potrei ottenere il cambio delle mie azioni in favore di bond senior? Mentre chi le ha acquistate online non potrebbe?». La replica del portale arriva immediata e prova a fare chiarezza rispetto al prossimo futuro della banca storica senese: «le obbligazioni possedute dal lettore non rientrano tra quelle ammesse allo scambio azioni burden sharing/obbligazioni senior, e questo vale in tutti i casi, cioè anche nel caso che le stesse siano state acquistate tramite MPS. Infatti le uniche obbligazioni ammesse al ristoro sono le obbligazioni MPS tasso variabile subordinate UT2 2008-2018 contrassegnate dall’ISIN IT0004352586, poiché queste ultime sono le uniche emesse e collocate sul mercato sulla base di un prospetto informativo obbligatorio». In questo senso, il lettore azionista rimarrà tale in pianta stabile con possibilità di liquidare l’investimento vendendo le varie azioni che poi saranno quotate in un secondo momento. (agg. di Niccolò Magnani)



IL NODO DEGLI ACCORDI DI BASILEA

Nelle attività delle banche rivestono un ruolo importante gli accordi di Basilea, riguardanti i requisiti di capitale che si devono rispettare in base ai rischi che si hanno in bilancio. Spesso criticati, questi accordi dovevano essere aggiornati con Basilea 4 già all’inizio dell’anno, ma ancora non si è riusciti ad arrivare a una quadra. E certo per le attività, specialmente di credito, delle banche, come per esempio Monte dei Paschi , è importante riuscire a capire come evolverà la situazione. Secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, sembra difficile che si possa arrivare a un accordo entro settembre. Più facile invece che entro l’anno si riesca a chiudere il dossier. Anche perché si avvicinano le scadenze dei mandati dei principali regolatori globali: Financial Stability Board, Comitato di Basilea e Banca per i regolamenti internazionali. Meglio quindi cerca di arrivare a un accordo prima che ci sia questo “valzer di poltrone”.



Secondo quanto scrive il quotidiano di Confindustria, per le banche sarebbe preferibile avere delle nuove norme, anche se nel caso più rigide, piuttosto che l’incertezza di dover fare i conti con l’impatto delle stesse in un momento non ben definito. Viene in questo senso citato il Ceo di Abn Amro, Kees van Dijkhuizen, che a inizio agosto aveva detto che al momento risulta impossibile dire se la posizione finanziaria del gruppo sia sufficiente o meno a sopportare l’impatto delle nuova regole sul capitale.

VECCHI ANNUNCIA L’USCITA DI UN LIBRO

Dopo i decreti sulla ricapitalizzazione precauzionale, Monte dei Paschi  attende l’assemblea dei soci per vedere nascere il nuovo consiglio di amministrazione e il ritorno alla quotazione in Borsa, per cercare di raggiungere quel “rilancio” messo nero su bianco nel piano industriale approvato dalle autorità europee. C’è però chi non vuole dimenticare il passato, perché ci sono in effetti diversi punti interrogativi sulle cause del dissesto della banca toscana, oltre che sulla morte di David Rossi, l’ex responsabile della comunicazione di Rocca Salimbeni. Davide Vecchi, giornalista de Il Fatto Quotidiano che è coinvolto in un processo insieme alla vedova Rossi per aver rivelato il contenuto di alcune mail che Rossi stesso aveva inviato all’allora amministratore delegato Fabrizio Viola, ha infatti annunciato che tra un mese circa uscirà un suo libro dal titolo “Il caso David Rossi. Il suicidio imperfetto del manager Monte dei Paschi  di Siena”.



Vecchi sulla sua pagina Facebook ha spiegato che uno degli intenti della sua opera è “denunciare cosa è accaduto e accade nella procura di Siena, dove per dieci anni nessuno si è accorto delle manovre in Monte dei Paschi e dove, ancora oggi, nessuno si è preso la briga di sequestrare in banca neppure l’elenco dei grandi debitori”. Il giornalista ha scritto anche nel libro non si racconta solo la vicenda di Rossi, ma anche quella “di una banca, di una città, di una comunità. Di chi e come è riuscito a silenziare la tempesta perfetta tra manager infedeli, politici conniventi e massoneria che si è abbattuta su Siena e Monte dei Paschi ”.