Quello che sta per arrivare sarà un autunno piuttosto movimentato per il Monte dei Paschi di Siena e per i suoi soci, compresi quelli nuovi. Tra questi, come ribadisce Businessonline, ci sono anche quelli rimasti delusi dal crollo delle azioni dell’istituto bancario. Ora, le loro richieste danni ammonterebbero a 800 milioni di euro. Ma questa non rappresenta il solo nodo da sciogliere per la banca salvata dallo Stato. Dopo una ispezione di otto mesi sul portafoglio crediti, la Bce ha fatto sapere di attendere ancora 250 milioni di euro sebbene gran parte dei suoi rilievi siano stati assorbiti dalle svalutazioni avvenute nel 2016 e poi nel 2017. Nei primi sei mesi dell’anno, è emerso che le richieste danni degli ex azionisti al Monte dei Paschi sono raddoppiate rispetto a quelle dell’anno precedente pari a 396 milioni di euro. Una situazione piuttosto scottante sorta in seguito alla convinzione degli ex soci Mps di essere stati indotti negli anni all’acquisto di azioni e alla sottoscrizione di aumenti di capitale sulla base di bilanci ed informazioni non del tutto veritieri. Tra coloro che hanno fatto causa al Monte, la Coop Centro Italia e Coofin, il socio Andrea Marangoni e altri 14 soci e azionisti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
FUTURO INCERTO
Monte dei Paschi è stato realmente un affare conveniente per le casse dello Stato? Secondo quanto riporta oggi il portale Businessonline la risposta sarebbe tutt’altro che affermativa. Stando ad un recente focus di Equitalia, infatti, l’operazione di salvataggio messa in atto dal Tesoro si basa su un futuro incerto. Secondo gli osservatori, Mps produrrà da qui a due anni un utile del 3% del suo patrimonio netto, quindi una capitalizzazione di circa metà del suo patrimonio. Ciò significa che lo Stato si è fatto carico dei debiti dell’istituto per circa due miliardi ma le prospettive appaiono alquanto incerte. A questo dovrà necessariamente aggiungersi l’aspetto poco piacevole rappresentato dalle richieste danni che saranno avanzate dagli ex azionisti e che sono raddoppiate nell’ultimo periodo. I dati forniti da Monte dei Paschi in riferimento alla crescita considerevole dei depositi vincolanti e dei conti correnti da clientela non sono bastati a ridare fiducia nel suo operato. Per questo riemerge l’annosa domanda su quanto Mps sia da ritenersi realmente sicura.
RITORNO IN PIAZZA AFFARI
Nei giorni scorsi, con il suo assegno di 3,8 miliardi, lo Stato ha ottenuto il 52% delle quote di Monte dei Paschi, diventando così il maggiore azionista. I restanti 4,5 miliardi sono arrivati dalla conversione in azioni dei subordinati e che ha permesso a Generali di assumere il ruolo di secondo azionista con il suo 4,3%. Pur avendo chiuso il primo semestre del 2017 in rosso, Mps, grazie proprio all’intervento dello Stato, ha potuto garantire una stabilità dei suoi conti. Intanto la vera novità sarà rappresentata dal suo ritorno in Borsa dal prossimo autunno. A breve, dunque, si riapriranno le porte di Piazza Affari e questo, per l’istituto bancario, rappresenterà un nuovo passo in più verso il suo ritorno in pista. A tal proposito, fa sapere Soldionline.it, il ritorno in Borsa che avverrà dopo la sospensione dello scorso dicembre potrebbe avverarsi tra la fine del mese e l’inizio del prossimo. I vertici della società, a partire dall’amministratore delegato Marco Morelli, e Consob sono già da alcuni giorni al lavoro al fine di stilare il documento di registrazione necessario al rientro a Piazza Affari. Subito dopo si potrà procedere al ristoro per gli ex obbligazionisti subordinati retail.