Mancano meno di dieci giorni alle elezioni tedesche e sulla stampa italiana arrivano i rumors sull’esistenza di dissapori tra Angela Merkel e Wolfgang Schaeuble, che potrebbero anche sfociare nella scelta di escludere l’attuale ministro delle Finanze dal prossimo governo. Ci sono anche indiscrezioni che parlano di un suo passaggio a un incarico europeo, magari per sostituire Jeroen Dijsselbloem alla guida dell’Eurogruppo. Secondo Francesco Forte, se questo dovesse effettivamente verificarsi non rappresenterebbe «un accantonamento di Schaeuble, ma una sua promozione», una chiara mossa strategica della Germania.
In che senso strategica Professore?
Già ora l’influenza della Germania sulla Commissione è piuttosto alta, in questo modo certamente aumenterebbe. Di certo potremmo avere un chiarimento sul ruolo che Berlino vuole avere nei confronti dell’Ue: esserne guida, cercando di mantenere un equilibrio tra tutti i membri, o dominarla. Schaeuble non è un personaggio qualsiasi, di fatto è il leader economico dell’Ue, il ministro delle Finanze del Paese che ha il più alto surplus commerciale, un avanzo e non un deficit di bilancio, un debito pubblico in diminuzione sul Pil.
Le conseguenze per l’Italia potrebbero essere negative?
Certamente. E trovo assurdo che in Italia ci si stia occupando poco della proposta, rilanciata anche da Jean-Claude Juncker, di creare un ministro europeo dell’Economia e delle Finanze. Si tratta infatti di una proposta che presenta delle opportunità, ma anche dei rischi.
Ci spieghi meglio perché.
Questo ministro potrebbe gestire il Fondo salva-stati, ora Mes (Meccanismo europeo di stabilità), che diventerebbe una sorta di Fondo monetario europeo, una cui quota potrebbe essere destinata a investimenti non condizionati da regole di particolare severità. Questa funzione sarebbe positiva. Ma se invece restasse intatto l’impianto del Mes, che semplicemente concede prestiti sulla base di condizioni di commissariamento, ecco che si avrebbe un problema. Se poi questo ministro fosse espressione della Germania o addirittura Schaeuble, Berlino avrebbe la leadership completa del sistema e ciò rappresenterebbe un problema non solo per noi, ma anche per Macron.
Per quale ragione?
Sia perché in questo modo la sua proposta di rilancio dell’Ue non vedrebbe la luce, sia perché questo ministro potrebbe anche mettere il naso nei conti della Francia, il che per Parigi rappresenterebbe una grave umiliazione. Dunque come vediamo ci potrebbero essere soluzioni positive oppure negative e molto pesanti per noi. Dipenderà molto dall’atteggiamento che avrà la Germania. Un conto è un’egemonia che facesse rispettare rigorosamente le regole dell’economia di mercato, un altro è l’attuazione di una politica neomercantilista a proprio favore.
Secondo lei Schaeuble potrebbe avere realmente un incarico di primo piano nell’Ue, magari anche quello di ministro europeo dell’Economia e delle Finanze?
Sì, anche se a quel punto sarebbe difficile immaginare anche un Presidente della Bce tedesco. Più facile pensare in quel caso a una conferma di Mario Draghi o all’arrivo di un francese alla guida dell’Eurotower.
(Lorenzo Torrisi)