Siamo a inizio anno ed è tempo di bilanci e previsioni. Il bilancio complessivo da un punto di vista economico è che ovviamente non siamo usciti dalla crisi: l’evidenza è data dal tasso di disoccupazione e dalla precarizzazione dei posti di lavoro. Nel frattempo la Bce ha continuato a stampare fiumi di euro e questa liquidità è finita, come al solito e com’è ovvio, nei mercati finanziari; questo è il motivo per cui anche la Borsa italiana ha realizzato performances a due cifre, cioè qualcosa che non ha alcuna attinenza con l’economia reale. Si dovrebbe chiamare bolla, perché lo è: ma i soliti espertoni, quelli che ci hanno portato in crisi, parlano di bolla invece nel caso del Bitcoin.



L’altro aspetto, questa volta innovativo, è la grande crescita di tutto il settore delle criptovalute, cioè quelle pseudo monete basate su una tecnologia software chiamata Blockchain (letteralmente “catena di blocchi”) che serve a rendere sicure e immodificabili le transazioni. Come ogni costruzione umana, non si tratta di qualcosa immune da errori, ma indubbiamente è una tecnologia innovativa (o meglio, è innovativo l’utilizzo che viene fatto di tecnologie in fondo abbastanza note e consolidate) e che promette, in alcuni settori, di essere rivoluzionaria. Persino Jamie Dimon, Ceo del colosso bancario JP Morgan, si è pentito di aver definito il Bitcoin “una truffa” e ha affermato che la potenzialità della tecnologia Blockchain “è reale”.



Ora non bisogna cadere nell’estremo opposto, cioè nell’idea che con questa tecnologia cambierà tutto e le parti peggiori del sistema bancario e finanziario saranno tagliate fuori. Questa è semplicemente una pia illusione. Però la tecnologia è davvero rivoluzionaria e la sua crescita imponente dipende proprio dal fatto che si stanno moltiplicando i progetti concreti di utilizzo e gli investimenti nel settore. Ma siamo ancora all’alba delle numerosissime applicazioni di questa nuova tecnologia e gli investimenti sono appena iniziati. La finanza ha mezzi finanziari spaventosi se rapportati a ciò che finora è stato investito e quindi c’è da attendersi ancora una poderosa crescita di tutto il settore.



Lo dico soprattutto da un punto di vista speculativo: sui mercati valutari, per esempio, vengono transati ogni giorno capitali equivalenti a circa 6-7 mila miliardi di dollari al giorno (il doppio-triplo di tutto il nostro gigantesco debito pubblico, ogni giorno). E questo solo sul mercato dei cambi (il cosiddetto Forex), senza contare l’immensa quantità di capitali che passa per il mercato azionario, per quello dei derivati e di tutti gli altri strumenti speculativi non controllati, come le dark pools e i derivati Otc. E per fare un paragone, nel settore delle criptovalute passano ogni giorno capitali pari a circa 40 miliardi.

Con questo voglio dire che se solo una piccola frazione della speculazione finanziaria si volge al mercato delle criptovalute, questo probabilmente verrà moltiplicato per 100 e più. Anche per questo immagino che per esempio il Bitcoin, che (a parte la discesa degli ultimi giorni) vivacchiava intorno ai 13.000 dollari, nel corso dell’anno supererà abbondantemente i 100 mila dollari. Poi magari scenderà di nuovo, o crollerà ancora, prima di riprendere a salire.

In questo senso, purtroppo, le criptovalute e soprattutto il Bitcoin hanno preso tutti i difetti delle monete ufficiali. Anche l’euro è arrivato negli anni passati fino a 1,60 per poi scendere repentinamente fino a 1,30 dollari in pochi mesi. E pure il prezzo del petrolio, arrivato fino a 140 dollari (e sembrava ormai lanciato verso i 200), poi è sceso in pochi mesi fino a sotto i 40 (la memoria serve a qualcosa, no?). Questo, come ho già raccontato numerose volte, è tipico dei sistemi frattali e delle distribuzioni a Legge di potenza, che favoriscono gli eccessi, laddove non sono controllate. E siccome nessuno si preoccupa di controllarle (soprattutto di controllare gli effetti negativi di questi eccessi), allora vuol dire che continueremo a vedere questi eccessi.

Ciò non toglie che la tecnologia blockchain sia innovativa. Quindi vedremo una sempre maggiore diffusione di questa tecnologia in ambiti concreti, insieme a una continua esplosione della speculazione nelle criptovalute. E attenzione a quelle più piccole: infatti nella crescita complessiva di tutto il settore, la crescita delle più piccole è molto superiore a quella dell’arcinoto Bitcoin.