IN BORSA SCENDE SOTTO I 3,9 EURO

Mps termina la settimana in Borsa con un calo dello 0,66%, sufficiente a portare il titolo sotto quota 3,9 euro. Le chiusure degli sportelli di Montepaschi, previste dal piano di ristrutturazione della banca, non riguardano solo i piccoli comuni della Toscana. Anche Piegaro, in provincia di Perugia, dovrebbe restare senza filiale di Montepaschi dal 22 gennaio. Per questo il Sindaco Roberto Ferricelli, come riporta umbriadomani.it, ha già deciso di interessare i vertici della Regione Umbria e i parlamentari del territorio per evitare che venga meno un servizio importante per la popolazione come quello di avere uno sportello bancario. A Terricciola, intanto, è in corso una raccolta firme tra i cittadini per salvare la filiale locale di Mps. Nel testo si ricorda alla banca che in caso di chiusura dello sportello rischia di perdere dei clienti, che chiuderanno i loro conti correnti in essere.



ALLO STUDIO NUOVO BOND SUBORDINATO

In Borsa oggi Mps cede lo 0,1%, ma resta comunque sopra la soglia dei 3,9 euro ad azione. Intanto, secondo fonti riportate da Reuters, Montepaschi avrebbe dato mandato a Goldman Sachs e a Mediobanca in qualità di global coordinator e joint bookrunner e a Bank of America Merrill Lynch, Barclays, JP Morgan, Mps  Capital Service e Ubs come joint bookrunner per curare l’emissione di un bond subordinato Tier 2 decennale. A quanto pare nei prossimi giorni dovrebbe già essere avviato un roadshow, ma non ci sarebbe una data determinata in cui collocare sul mercato questo titolo, su cui comunque Fitch avrebbe già assegnato il rating CCC+, più basso rispetto a quello di cui gode la banca emittente, in quanto non ci sono solide prospettive di recupero nel caso di eventi che dovessero mettere a rischio Mps, visto che si sta parlando di obbligazioni subordinate.



LE PREVISIONI FABI SULLE CHIUSURE DEGLI SPORTELLI

Mps sta portando avanti il suo piano di risanamento, che passa anche dal taglio del numero di filiali. Secondo uno studio della Fabi, nei prossimi tre anni saranno complessivamente circa 3.000 chiusure di sportelli bancari nel nostro Paese. A risentirne di più saranno i piccoli centri e i clienti anziani, poco avvezzi a effettuare operazioni tramite home banking. Per Fabio Lando Sileoni, Segretario generale della Federazione autonoma bancari italiani, interpellato da Adnkronos, “l’innovazione tecnologica è un alibi per la chiusura degli sportelli, che significa perdere un rapporto storico con il territorio”, che a questo punto verrà rafforzato dagli uffici postali. Il sindacalista mette in evidenza come “un conto sia la chiusura per sovrapposizioni dovute alle fusioni, giustificata, e un conto quella delle agenzie che, a giudizio della banca, non producono redditività sufficiente”. In quest’ultimo caso l’origine del problema è quasi sempre la pessima organizzazione.



Dal suo punto di vista, poi, “la chiusura degli sportelli più che alla riduzione del personale serve per creare pesanti ristrutturazioni tecnologiche” e dunque “il sindacato deve ottenere e non più chiedere un confronto sia a livello Abi sia a livello aziendale sull’innovazione tecnologica”. Sileoni ricorda poi che la chiusura degli sportelli diminuisce la concorrenza e comporta una diminuzione dell’assistenza finanziaria per famiglie e imprese. Il cambiamento che è in atto, quindi, potrebbe portare con sé disagi di non poco conto e che è bene non sottovalutare.