IN BORSA SOTTO I 3,85 EURO
Mps in Borsa chiude con un calo dell’1,03%, che porta il titolo sotto la soglia dei 3,85 euro. Il 22 gennaio la filiale Montepaschi di Civitella Marittima dovrebbe chiudere i battenti e la giunta comunale di Civitella Paganico, secondo quanto riportato da grossetonotizie.com ha approvato una delibera in cui ritiene che nelle zone montane “il servizio reso dalla presenza fisica di una banca sia da considerarsi alla stregua di un servizio di pubblica utilità e sia fondamentale per arginare il rischio di spopolamento”. Per questo la Giunta intende impegnarsi perché sia garantita “la continuità del servizio di sportello bancario”. Sembra destinata a chiudere anche la filiale di Piegaro, in provincia di Perugia. Per questo Augusto Peltristo, capogruppo della Lista CivicamenteadessoPiegaro ha chiesto, secondo quanto riporta trasimenooggi.it, che i parlamentari umbri si interessino alla questione, visto che quello di Mps è l’unico sportello bancario presente nel comune.
IL ROADSHOW PER IL BOND SUBORDINATO
Mps in Borsa resta vicina alla soglia dei 3,9 euro ad azione. La banca toscana ha iniziato l’anno con un roadshow dedicato al bond subordinato che sarebbe intenzionato a emettere. Secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, sarebbe già una settantina gli investitori che si sono mostrati interessati, tanto che la tappa di Londra ha una durata di due giorni. Non si sa quanto sia l’ammontare dell’emissione, ma è certo invece che i titolo avranno una durata decennale. I titoli simili di banche italiane e periferiche europee hanno rendimenti tra il 4% e il 6%. Gli analisti si aspettano una cedola superiore al 5%, in virtù anche della cartolarizzazione degli Npl ancora da completare. Fitch ha già valutato un rating pari a CCC+, mentre Moody’s ha stimato un Caa2. Probabile che in ogni caso nel corso del 2018 ci saranno altre emissioni obbligazionarie di Mps.
LE PAROLE DI MAURO MARIA MARINO
Insieme alla legislatura ha chiuso i battenti la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche ed entro fine mese dovrebbero arrivare le conclusioni in uno o più documenti dei gruppi parlamentari rappresentati nella stessa Commissione. Mauro Maria Marino è stato intervistato da Milano Finanza e si è detto soddisfatto per quanto fatto dall’organo bicamerale. Al di là di tutta la polemica sul caso Boschi-Etruria, infatti, a suo modo di vedere è stato dedicato molto tempo ad altre vicende, come “gli effetti della crisi globale sul sistema finanziario e le conseguenze dell’aggravamento del debito pubblico”. Quanto invece agli istituti bancari finiti in dissesto, il vicepresidente della Commissione banche ha detto che “l netto dei comportamenti criminali di qualcuno”, una dimensione troppo localistica di popolari e Bcc, “con una proprietà tanto atipica e un rapporto non sempre trasparente tra amministratori e clienti facilita una gestione border line dell’attività bancaria. E questo è successo nelle prime quattro piccole banche e anche nelle due venete”.
Per quanto riguarda Mps, secondo Marino “il discorso è diverso, la crisi ha ragioni antiche, che partono da scelte sbagliate del passato, oltre che da un’acquisizione, come quella di Antonveneta, economicamente e anche strategicamente azzardata. Ma non è stata ininfluente nemmeno la pervicace volontà della fondazione azionista di non voler allentare la presa sull’istituto. E questo, come già detto, al netto delle responsabilità penali di alcuni amministratori, sulle quali, come è ovvio, la commissione non ha indagato”.