I tassi aggiornati alla giornata di ieri dell’Euribor confermano la media degli ultimi mesi, in negativo e dunque senza particolari allarmi da generare nei contraenti un mutuo variabile: i tassi ad un mese risultano a -0,37, quelli a 3 mesi a -0,32, a 6 mesi a -0,27 e infine quelli a 12 mesi a -0,17. Negli ultimi giorni a far discutere sulla correlazione presunta tra spread e Euribor ci ha pensato la sottosegretaria al Ministero dell’Economia Laura Castelli (M5s), nota di norma per gaffe in ambito economico e sicura della dichiarazione «I mutui dei cittadini non dipendono dallo spread che sale o scende». In realtà, nello specifico, la politica grillina ha ragione nel non mostrare una correlazione diretta tra la salita dello spread e la modifica dei tassi Euribor (come testimoniano i dati di ieri e del trend degli ultimi mesi) anche, come spieghiamo qui sotto, non si possa fino in fondo parlare di “bugia” nel metterli assieme come allarme. Per cambiare il tasso Euribor può influire una diversa politica della Bce e soprattutto una peggiorata fiducia delle banche nello scambiarsi denaro: questa “fiducia” può essere modificato anche dalla permanenza (per diverso tempo, quindi al momento non c’è questo pericolo) di uno spread ad ‘alta quota’.
CHE COS’È L’EURIBOR?
Il rialzo dello spread, la sfiducia dei mercati, la crisi delle banche in Borsa: e per noi, semplici e comuni cittadini, il pensiero diretto e immediato va ad un unico e solo problema, il tasso dei mutui bancari. Ebbene, è in queste situazioni che occorre fare un “minimo” di ordine e andare a ripescare il reale valore di certi termini operativi, dall’Euribor, allo stesso spread fino alla correlazione che potrebbe esserci sul fronte dei tassi dei mutui. In primo luogo, l’Euribor è un indice che rileva l’Euro Interbank Offered Rate, ovvero il tasso medio a cui avvengono le transazioni finanziare in moneta Euro tra le grandi banche europee. Come rileva il portale con tutti i tassi aggiornati dell’Euribor, tale indice viene utilizzato come tasso medio applicato da primari istituti di credito per operazioni a termine effettuate sul mercato interbancario con scadenza una, due e tre settimane, e da uno a dodici mesi. Non solo però, l’Euribor varia solamente in funzione della durata del prestito e non dipende dall’ammontare del capitale. Ma vi è una reale correlazione con l’aumento dello spread italiano (il differenziale tra Btp e Bund)? La risposta è immediatamente no, e anche laddove vi è una situazione di sofferenza come quella attuale (che comunque al momento non è paragonabile alla crisi vista del 2011) comunque gli indici dell’Euribor non vengono aumentati. Qui sotto proviamo a spiegare il perché.
EURIBOR-SPREAD: ESISTE VERO ALLARME SUI MUTUI BANCARI?
Siccome l’affidabilità dell’Euribor è ormai unicamente accettata a livello globale, la totalità delle banche rilevano ad esso e lo usano come “ancora” per calcolare l’oscillazione dei mutui a tasso variabile che propongono ai clienti e semplici privati. Ebbene, la rata del mutuo a tasso variabile viene calcolata proprio sul tasso Euribor che per, basi vedere qualsiasi grafico negli ultimi mesi, resta sempre negativo, nonostante le oscillazioni dello spread. Questo avviene perché semplicemente l’Euribor si muove a rialzo solo se le banche sono a maggior rischio, o se la politica della Banca Centrale Europea inizia ad alzare il costo del denaro. Come spiega La Pira su Sky Tg24 in un ottimo focus in merito, «la politica della Bce è ovvio che prima o poi cambierà e la curva dei tassi è destinata a salire (soprattutto, mi dicono gli esperti, quando andrà via Draghi e quindi danno per certa questa tendenza a partire dal 2020). E le banche da questo spread iniziano ad essere penalizzate». Ma fino ad allora, il tasso calcolato in base all’Euribor non varierà: se ne deduce perciò che non c’è correlazione tra andamento dello spread e dell’Euribor e che i contraenti di mutuo a tasso variabile possono stare tranquilli.