Una cena sobria e riservata in uno dei luoghi simbolo della milanesità: il palazzo della Banca Commerciale Italiana in Piazza della Scala, da tempo rimodellato da Intesa Sanpaolo per ospitare le Gallerie. È stato proprio Giovanni Bazoli, presidente emerito della maggiore banca italiana (era presente anche il banchiere torinese Enrico Salza) a convocare una platea molto selezionata per la ripartenza del Gruppo Etica e Finanza: un circolo culturale che a metà degli anni Ottanta l’arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, aveva incoraggiato nel “milieu” meneghino della finanza cattolica, ramificato fra banche, università, media, istituzioni pubbliche e mondo ecclesiale.



Bazoli lo ha ricordato fin nell’invito, firmato assieme a Ferruccio de Bortoli, l’ex direttore del Corriere della Sera, oggi impegnato fra l’altro nella Fondazione Vidas e all’Ospedale Bambin Gesù di Roma. Una riflessione culturale e civile su ciò che è “bene comune” resta imprescindibile nell’Italia odierna: soprattutto dopo un decennio di sconvolgimenti geopolitici ed economico-finanziari. Ed è su questo sfondo che ha tenuto la conversazione inaugurale del nuovo circolo Vittorio Colao: che ha da poco concluso un lungo mandato come Ceo di Vodafone, gigante britannico delle tlc globali.



Colao, di casa a Milano per esservi stato amministratore delegato Rcs, ha ragionato su opportunità e rischi dello sviluppo digitale. L’Europa, ha sottolineato rimane il vero laboratorio planetario della compatibilità fra mercato e regulation, fra business, libertà d’impresa e d’espressione e tutela multiforme del “cittadino digitale”.

Non è ovviamente noto quando Bazoli e de Bortoli prepareranno un nuovo invito e con quale “guest speaker”. Appare invece improbabile che il “nuovo”Gruppo Etica e Finanza” non abbia l’ambizione di tornare rapidamente un luogo di elaborazione privilegiata e influente di “civiltà ambrosiana”.