Il dado è tratto! Moscovici, grande alfiere di Macron e della Ecole de la Régulation francese, è sceso in Italia come un tempo facevano i re francesi per sedare guerre italiche e proteggere il cuore simbolico della parte franca dell’ormai diviso Sacro Romano Impero. La storia non è acqua, oggi tuttavia ha assunto una torsione diversa e ha il volto di un’Europa che sta perdendo se stessa e che è dominata dalla paura della sua tecnocrazia di trovarsi dinanzi a una ribellione delle province elettrici dell’Imperatore tecnocratico, ossia la cuspide della Commissione e dei suoi cavalieri che ne portano le armi.



Mi pare di ripetere quel testo ineguagliabile che Gianfranco Miglio nella sua collana di classici del potere (“Arcana Imperii”) fece tradurre ormai secoli or sono: di Otto Brunner Terra e Potere, dove il titolo è il programma e il disvelamento dell’oggi. Chi mantiene i cavalieri? I popoli elettori che eleggono chi nomina i cavalieri. E qui i cavalieri (Moscovici e compagni d’armi) temono che non saranno più erogati i capitali che consentono il loro armamento e che la terra cambi di potere. Per questo sono così nervosi e non solo con l’Italia, ma anche con la Spagna, il Portogallo e la Slovenia… e la Francia: ma l’Italia è la marca più possente e imponente, essa potrebbe essere deferita alla Corte di giustizia per inadempienza dei patti. E allora la sacralità perderebbe il suo corpo mistico e il corpo del re (à la Kantorowicz) apparirebbe per quello che è: un dare e avere, ecco il nazionalismo. 



Ecco l’Austria che non vuol sborsare un fiorino — anzi, scusate, un euro — in più per pagare i cavalieri della corte imperiale… Orbán e Kurtz sono e saranno i primi a chiedere il conto all’Italia: vince il nazionalismo che è più forte di ogni provvisoria unità sul fronte dei temi migratori.

Come finirà? L’Italia non è la Grecia e non si possono mortificare gli sforzi di riformulare i regolamenti, non i trattati europei, e di far capire a tutti che il Fiscal compact è giunto al suo termine (come ha ricordato quell’acuto interprete del tempo che è Gustavo Piga su queste colonne proprio ieri) e che quindi è doveroso e regolamentare chiedere una pausa di riflessione. Moscovici rivela un nervosismo inquietante. Sicuramente Macron mira a mortificare l’inquieta Italia prima che la Merkel riveli ancora una volta la sua presenza moderatrice: prima di Schäuble e dei bavaresi (che son finiti come son finiti) è ora dei cavalieri francesi che si disperano anzitempo.



La Merkel ci salverà. I mercati lo sanno e non ci colpiranno come vorrebbe la nostra borghesia “vendidora”: la Bce lo sa più dei giornalisti mainstream e anche la Banca d’Italia, che certo non si rassegnerà a una sconfitta nazionale e organizzerà come già fa un apparato di difesa. JP Morgan e Bnp Paribas hanno già rassicurato i mercati. Ci salveremo. Basta che i leader politici tacciano e facciano parlare Tria e Savona.

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