La Bialetti rischia di chiudere: è questo ciò che si evince dal comunicato della società di revisione sul bilancio consolidato semestrale in cui si dichiara “l’impossibilita di esprimere un giudizio” rispetto ad una situazione che vede la “moka coi baffi” alle prese con “alcuni elementi di incertezza che possono determinare l’insorgenza di dubbi circa la continuità aziendale della società”. La storia della Bialetti, identificata dagli italiani con “l’omino coi baffi”, ovvero quel Renato Bialetti stilizzato per le pubblicità di Carosello, ha inizio negli anni Trenta, quando il suo fondatore osservando le donne di Omegna fare il bucato sulle rive del lago d’Orta sfrutta l’officina fondata nel 1919 dal papà Alfonso per la fusione e la lavorazione dell’alluminio e intuisce che dalla sua moka può svilupparsi una rivoluzione nella preparazione del caffè. La produzione fino al Dopoguerra rimarrà a carattere artigianale, con 70 mila pezzi prodotti ogni anno, poi arrivano il cambio di passo, la capacità di imporsi su larga scale, Carosello “l’omino con i baffi” disegnato da Paul Campani. La famiglia Bialetti non fa più parte del gruppo da tempo, da quando, negli anni Novanta è avvenuta la cessione ai Ranzoni di Rondine. Ma resta l’identificazione con quel brand nazionale, al punto che le ceneri di Renato, alla sua morte, vennero custodite proprio in una Moka.
CRISI BIALETTI, COLPA DELLE CIALDE?
Adesso però rischia di precipitare tutto per la Bialetti, dal momento che al 30 settembre il gruppo registra una liquidità di 520 mila euro e un indebitamento di 40 milioni. Come riportato da Il Corriere della Sera, ad incidere nella crisi è stato anche il fenomeno delle cialde per preferare il caffè: i tempi sono evidentemente cambiati, gli anni passati anche per la Bialetti. E non è un caso che nel commentare le perdite per 15,3 milioni di euro nel 2018, in peggioramento rispetto al rosso di 1,6 milioni riportato nello stesso periodo del 2017 (con ricavi consolidati pari a 67,3 milioni, in flessione del 12,1% rispetto ai 76,6 milioni dell’anno prima) il gruppo specifichi come il risultato risenta “principalmente della generale contrazione dei consumi registratasi sul mercato interno ed estero nonché della situazione di tensione finanziaria che ha determinato ritardi nell’approvvigionamento, nella produzione e nelle consegne di prodotti destinati alla vendita sia nel canale retail che nel canale tradizionale, lasciando inevasi significativi quantitativi di ordini di vendita gia’ acquisiti in quest’ultimo canale”. Lo scorso 10 ottobre la società aveva annunciato che il fondo Och-Ziff Capital investirà in Bialetti 35 milioni di euro nel contesto di una ristrutturazione del debito. Basterà ad evitare la chiusura?