Il governo potrebbe aver tornavo una soluzione tecnologica per il reddito di cittadinanza: si tratta di “io.italia.it”, l’app anti furbetti. Servirà a scoprire chi vuole falsificare le carte, ma anche chi ha davvero bisogno dell’assegno e a monitorare i vari passaggi di denaro. È stata sviluppata dallo staff di Diego Piacentini, il commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale per il governo italiano. Il mananger, che ha l’incarico in scadenza questo mese, lascia una importante eredità. L’app per il reddito di cittadinanza permetterà di ricevere messaggi dalla pubblica amministrazione e di esprimere preferenze. Al momento è in corso una sperimentazione che coinvolge sette comuni, tra cui Milano; Torino, Palermo e Cagliari. «Lo staff del vicepremier e ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio ci ha chiesto una soluzione tecnologica per il il reddito di cittadinanza. Progetto che noi abbiamo suddiviso in 4 blocchi tecnologici: chi ne ha diritto; qual è il passaggio dei soldi dallo stato al cittadino; qual è il passaggio dei soldi dal cittadino al mercato; la valutazione a posteriori della policy», ha dichiarato Piacentini al Corriere della Sera. (agg. di Silvana Palazzo)



REDDITO DI CITTADINANZA, SI STUDIA PIANO ANTI “FURBETTI”

Ogni dieci persone controllate la Guardia di Finanza scopre sei “finti poveri”. In vista del reddito di cittadinanza, è senza dubbio un dato allarmante: per questo ci saranno maggiori accertamenti e sanzioni contro i “furbetti”. E infatti il ministro dell’Economia Giovanni Tria sta studiando un piano “anti-abusi”. Secondo i dati diffusi dal Sole 24 Ore, su 8.847 persone controllate nei primi 6 mesi dell’anno, 5.435 non avevano i requisiti per ricevere agevolazioni che sono state già richieste o addirittura incassate. Preoccupante anche il dato relativo alle irregolarità sui ticket sanitari, dove si registrano le criticità maggiori: si arriva al 90% (3.367 su 3.611 verifiche). In calo invece i “furbetti” delle prestazioni sociali agevolate, forse anche per via dell’Isee che prevede controlli preliminari da parte dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps sulle informazioni dichiarate dai cittadini. Ad esempio, la rilevazione della giacenza media sul conto corrente ha diminuito il fenomeno di chi “dimenticava” titoli e investimenti.



LOTTA AI FINTI POVERI: IRREGOLARI 6 DOMANDE DI ESENZIONE SU 10

In vista del reddito di cittadinanza potrebbe essere adottato un meccanismo diverso da quello previsto per l’Isee. Nella nota di aggiornamento al Def non viene citato l’indicatore tra i criteri di accesso, ma ne demanda i dettagli ad un successivo disegno di legge. Il sottosegretario all’Economia, Laura Castelli, ha già annunciato che le verifiche potrebbero essere effettuate tramite incrocio di banche dati. Una soluzione efficace ma soggetta al vaglio della privacy, come dimostrano le esperienze con redditometro e precompilata. I database però non sono efficaci contro i finti poveri che incassano redditi in nero e fanno la spesa con i contanti. Da qui la necessità di un piano “anti-abusi”, annunciato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria. Intanto il vicepremier Luigi Di Maio ha fatto sapere che i “furbetti” rischiano di finire in carcere. Da sei mesi a tre anni di reclusione per chi “bara” su condizioni personali o reddito per avere benefici assistenziali, da uno a cinque anni di carcere se il danneggiato è lo Stato o un ente pubblico.

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