Sebbene la Manovra economica del Governo Lega-M5s sia stata contestata da molti con accuse di “favorire” un nuovo condono, la Pace Fiscale non solo viene confermata ma giusto ieri il Vicepremier Matteo Salvini ha stabilito il “tetto” per poter usufruire della misura. Secondo un reportage di Repubblica però la “pace fiscale” rischia di ottenere un effetto contrario a quello sperato (ovvero il rientro di capitali nelle casse dello Stato): «L’effetto annuncio del condono starebbe infatti intaccando il gettito fiscale da contrasto all’evasione dell’anno in corso: all’appello potrebbero mancare 3,6 miliardi. Cresce il partito di chi non intende pagare per poi affidarsi, appunto, al condono». Secondo i colleghi di Repubblica, in poche parole, vi sarebbero almeno tre categorie di contribuenti che si sarebbero “stoppati” nel pagamento delle tasse per poter poi eventualmente usufruire della Pace Fiscale 2019: tutti quelli alla prese con un accertamento, con la rottamazione “bis” e con una semplice cartella esattoriale.
IL TETTO DI SALVINI ALLA PACE FISCALE
Con la pace fiscale si pagherà il debito contestato con lo Stato ma, spiegano gli stessi tecnici al lavoro sulla Manovra, se l’erario ha già perso in primo e secondo grado il recupero del debito, allora ci sarà un deciso sconto che potrebbe dimezzare o ridurre ad un terzo il “dovuto” allo Stato. Come ha spiegato ieri il Ministro Salvini, «si potranno sanare pendenze fino a 500mila euro. La ratio della misura è quella di andare incontro a coloro che hanno fatto la dichiarazione dei redditi e poi gli è andata male e si portano dietro cartelle che non pagheranno mai». Lo stesso vicepremier ha poi spiegato nel dettaglio con un esempio come dovrà avvenire la pace fiscale: «Se hai un debito di 80mila euro non è che se te ne chiedo 70 rateizzati tu me li dai, se te ne chiedo il 15% io Stato incasso quello che non avrei mai incassato e tu torni a lavorare e a pagarci le tasse sopra».