Il Governo scende in campo con forza e prova a puntare dritto verso la fusione tra Telecom Italia e Open Fiber: la possibilità di una rete unica come “player italiano” è sempre più probabile come “progetto” visto il pressing forte ribadito anche questa mattina dal Ministro Di Maio in una intervista a La7. «Stiamo lavorando per creare le condizioni affinché si crei un unico player italiano che permetta la diffusione per tutti i cittadini di internet e della banda larga», spiega il vicepremier senza però fornire dettagli ulteriori visto lo stato di assoluta incertezza nelle stesse operazioni commerciali tutt’ora in corso. Secondo quanto raccolto dal Sole 24 ore, con Di Maio sarebbe d’accordo anche la Lega e il Ministro Tria: creare una struttura unica nazionale che possa avere le risorse necessarie per accelerare l’inevitabile sostituzione del rame. Un “passo avanti” enorme per provare a fare un salto “nel futuro” delle telecomunicazioni con però diversi punti ancora irrisolti: in primo luogo, il Governo non può “decidere” al posto di Telecom visto che si tratta di una società privatizzata e in secondo luogo la fusione con Open Fiber rischia di portare 22mila posti di lavori in bilico tra licenziamento e ridimensionamento dei propri incarichi.
DI MAIO SPINGE PER LA FUSIONE: “DOSSIER TIM DA CHIUDERE ENTRO L’ANNO”
«Non c’è nessuna volontà di fare espropri – ha detto Di Maio ieri a Non è l’Arena con Massimo Giletti su La7 – e in tal senso agiremo dialogando con tutti e pensando ai posti di lavoro». Sulla fusione tra Tim e Open Fiber, inoltre, pesa sempre – secondo il Sole 24 ore – il rischio di un attacco di Orange disposta a tutto per acquisire la società oggi in mano a Eliott e Vivendi. Di contro, Di Maio ritiene di avere buon gioco a portare a casa la partita avendo la regia di Cassa Depositi e Prestiti che detiene già oggi una quota vicino al 5% di Telecom Italia e al 50% di Open Fiber. Secondo invece Finanza.com, a rendere “fredda” la pista-fusione ci sarebbe Enel (azionista di riferimento di Open Fiber assieme a Cdp) che vorrebbe molto più volentieri un accordo commerciale e non un’effettiva integrazione. Di sicuro il tempo è “breve”, visto che Di Maio già ieri ha ribadito che «entro la fine dell’anno il dossier TIM deve essere chiuso». Nei mesi scorsi, l’ad di TIM Genish aveva dato una sorta di “ok” al dialogo tra l’azienda e Open Fiber, precisando i «chiari benefici economici di tale fusione».