Si è consumata una vera e propria rottura in seno al consiglio di amministrazione di Tim, culminata con la sfiducia nei confronti dell’amministratore delegato Amos Genish. Come riportato da La Repubblica, se in un primo momento era filtrata la notizia delle dimissioni dell’ad la verità è che ad andare in scena è stata una vera e propria resa dai conti. Da una parte i dieci voti a favore per il licenziamento dell’ad, dall’altra i cinque consiglieri in quota Vivendi, compreso lo stesso manager che ha votato per ‘salvarsi’, che hanno votato contro questo provvedimento. Nella nota diramata da Tim si comunica che “è stata convocata una nuova riunione del consiglio di amministrazione per il giorno 18 novembre 2018 al fine di provvedere alla nomina di un nuovo amministratore delegato“. Duello in cda a parte, Tim ha ringraziato Amos Genish “per il lavoro svolto nell’interesse della società e di tutti i suoi stakeholders in questi quattordici mesi di intensa attività“. (agg. di Dario D’Angelo)



TIM, SFIDUCIATO AD AMOS GENISH

Rivoluzione in Tim (ancora): il cda straordinario convocato questa mattina ha di fatto sfiduciato l’ad di Telecom Amos Genish (portato da Vivendi, confermato anche dal fondo Eliott) dando le deleghe al momento al Presidente del Consiglio di Amministrazione Fulvio Conti. Si parlava di possibili dimissioni dell’amministratore delegato, ma la sostanza è invece altro come conferma la nota ufficiale di Tim: «il cda ha revocato con decisione assunta a maggioranza e con effetto immediato tutte le deleghe conferite al consigliere Amos Genish e ha dato mandato al Presidente di finalizzare ulteriori adempimenti in relazione al rapporto di lavoro in essere con lo stesso». Nei prossimi giorni verrà convocato il nuovo Cda e si proverà a trovare la quadra tra Elliott e Vivendi per il prossimo, a questo punto decisivo, n.1 dell’azienda di telecomunicazioni più importante d’Italia.



DISTANZA VIVENDI-ELIOTT PER LE PROSSIME OPERAZIONI DI TELECOM

Al momento una vera risposta al “perché ora” licenziare Genish ancora non vi è, ma l’evoluzione ultima dell’operazione Tim-Open Fiber per una rete unica italiana fortemente voluta dal Governo e dal Ministro Di Maio potrebbe aver in qualche modo evidenziato ancora una netta distanza tra i due gruppi a guida di Telecom, il fondo Usa e il gruppo di Bollorè. «È stata convocata una nuova riunione del consiglio di amministrazione per il giorno 18 novembre 2018 al fine di provvedere alla nomina di un nuovo amministratore delegato», precisa un’altra nota di Tim che in queste ore vede fibrillare il proprio titolo in Borsa. Secondo quanto riportato da Repubblica Economia, Genish era alquanto favorevole alle rete unica Telecom-Open Fiber e forse Elliott potrebbe invece non vedere come favorevole tale mossa puntando invece molto più con forza allo scorporo della società. Insomma, le “scaramucce” tra i due azionisti con maggior peso continuano e le “partite” per Tim non sembrano per nulla essere terminate..

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