La tassa sulla Coca Cola è uno degli ultimi espedienti del governo per introitare un po’ di denaro. Il fine ufficiale è quello di mantenere la popolazione in salute, evitandole di ingurgitare zucchero che non fa mai bene, ma ufficiosamente, tale tassazione serve semplicemente per fare cassa. La manovra introdurrà infatti una nuova imposta per i produttori di bibite gassate, che andrà ovviamente a ripercuotersi sul consumatore finale, per coprire lo sgravio fiscale derivante dall’esenzione delle partite iva fino a 100 mila euro dal regime Irap. Non è la prima volta che il governo italiano introduce delle tassazioni sui prodotti zuccherati, e già nel 2012 ci aveva provato l’ex presidente del consiglio Mario Monti, che introdusse un decreto firmato dal ministro della salute Renato Balduzzi, misura poi ritirata, che prevedeva un accisa di tre centesimi su ogni bottiglia. L’Italia non è l’unico paese dove si tassano le bevande zuccherate: in Francia e in Portogallo è legge, e negli Stati Uniti sono ormai anni che si combatte contro Coca Cola e simili. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MANOVRA, TASSA COCA COLA

Manovra: bibite gassate tassate. Il governo ha deciso di colpire le bevande a base di zucchero, le famose Coca Cola, Sprite, Fanta e via discorrendo, seguendo le orme di quanto già fatto in altri paesi come ad esempio gli Stati Uniti, dove da anni si cerca di combattere la piaga dell’obesità. Sulla questione è intervenuta l’associazione italiana bibite, che lamenta una generalizzazione delle bevande che verranno da ora in avanti tassate: «Assobibite, che in Confindustria rappresenta le bevande analcoliche – il comunicato dell’associazione – evidenzia come siano coinvolte molte tipologie di bevande, quali chinotti, acque toniche, cedrate, bevande con succo di frutta, aperitivi analcolici, bevande per sportivi, etc. Questi prodotti sono già in sofferenza da anni». La nuova imposta andrà a colpire tutte le aziende produttrice di bibite zuccherate, senza fare distinzione fra alcoliche o meno. Secondo Assobibe, tale decisione va in contrasto con la volontà di far crescere l’impresa: «La ricetta del passato di tassare le imprese – prosegue la nota – che generano valore e occupazione in Italia, non è immaginabile in questa fase così difficile. Questo approccio – che penalizza i consumatori con prezzi più alti, facilita una ulteriore contrazione con inevitabili riflessi su occupazione e investimenti – allontana da una idea di crescita». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MANOVRA, BIBITE GASSATE TASSATE

Dalla tassa sulla Coca Cola al tempo pieno pieno nelle scuole elementari: si stanno discutendo diverse proposte di modifica alla manovra in commissione alla Camera. E alcune sono davvero particolari, a partire dalla tassa sulle bevande zuccherate – come la Coca Cola – per coprire l’esclusione del regime Irap per le partita Iva fino a 100 mila euro. Questa è ad esempio una delle proposte M5s-Lega alla manovra, che è stata approvata in commissione Finanze e dovrà essere esaminata dalla commissione Bilancio. È l’esponente Carla Ruocco con alcuni deputati leghisti ad avere firmato l’emendamento che prevede questa tassazione come copertura principale della revisione delle spese fiscali. Invece è stato ritirato, come riportato dall’Ansa, l’emendamento che aveva presentato la Lega sulla web tax: la proposta di modifica non è dunque stata messa ai voti in commissione Finanze alla Camera dei deputati.



MANOVRA: BIBITE A BASE DI ZUCCHERO NEL MIRINO

In discussione alla Camera anche una proposta per sostenere la musica Jazz. Lo prevede un emendamento alla manovra presentato dal Movimento 5 Stelle e approvato in commissione Cultura della Camera. La proposta, che ora dovrà passare all’esame della commissione Bilancio, prevede che vengano stanziati 750mila euro all’anno per tre anni (quindi il triennio 2019-2021) da ripartire a favore di progetti, selezionati sulla base di appositi bandi annuali del Ministero dei Beni culturali, prendendo le risorse dal fondo per l’attuazione del programma di governo. Ma non è finita qui. Una delle richieste avanzate da M5s con un emendamento alla manovra è l’estensione del tempo pieno a tutte le scuole elementari. La proposta, approvata dalla commissione Cultura della Camera, passerà ora al vaglio di quella Bilancio. La proposta prevede che entro febbraio il Miur stabilisca le modalità per «la graduale generalizzazione del tempo pieno nella scuola primaria», prevedendo l’impiego di duemila maestre in più.