Scattano le manette per Carlos Ghosn: il presidente della Nissan-Renault-Mitsubishi Motor è stato arrestato con l’accusa di evasione fiscale secondo i media giapponesi. Un fulmine a ciel sereno per la casa automobilistica, con il numero uno brasiliano accusato di aver violato regolamenti finanziari relativi ai suoi compensi: a confermarlo fonti investigative all’agenzia Kyodo. L’azienda ha diramato pochi minuti fa una nota ufficiale, con Nissan che ha affermato che Ghosn avrebbe sottostimato le sue entrate e aveva commesso altri comportamenti scorretti: false informazioni sul reddito. E c’è di più: il presidente verrà licenziato, con le segnalazioni che confermano la falsificazione dei documenti nel corso degli anni e una cattiva amministrazione degli asset aziendali. “Nissan si scusa profondamente per aver causato grande preoccupazione ai nostri azionisti e stakeholder. Vogliamo continuare il nostro lavoro sull’identificazione dei problemi e sull’adozione di misure adeguate”, ha sottolineato nella nota la casa automobilistica.



MACRON: “LO STATO VIGILERA'”

Definito il nuovo leader mondiale dell’auto nel 2017, battendo le vendite di Volkswagen, Nissan-Renault-Mitsubishi deve fare i conti con una situazione difficile in Borsa: le azioni sono cadute del 13 per cento a Parigi, come evidenziato da Il Messaggero. Nominato presidente nel 2000, Ghosn è tra i principali fautori del progetto di fusione con la francese Renault, promuovendo un processo di ristrutturazione e un piano di riforme “aggressivo”. L’annessione della Mitsubishi risale al 2016, con il brasiliano eletto presidente della nuova alleanza. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Francia Emmanuele Macron, che ha sottolineato come “sia troppo presto per pronunciarsi sulla realtà: lo Stato, in quanto azionista, sarà tuttavia estremamente vigile alla stabilità dell’alleanza per l’insieme dei dipendenti”.

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