Qualcuno può ricordare che lo “spezzatino” di Alitalia non era ben visto dalla politica? Invece la proposta di Cerberus, Air France-Klm, Easyjet e Delta sembra andare proprio in questa direzione. Andando con ordine nel presentare questi protagonisti, sicuramente Cerberus è capace nelle ristrutturazioni aziendali, visto quanto fatto in passato, ma è chiaro che esiste il limite del 49% del capitale per un soggetto extracomunitario e quindi il fondo non potrebbe avere il controllo di Alitalia. Easyjet è interessata al corto raggio, mentre Delta e Air France-Klm potrebbero essere più interessate al lungo raggio.
Interessi divergenti, che presuppongono quindi il famoso spezzatino. Sembra improbabile che Easyjet faccia una joint venture con i concorrenti franco-olandesi per un vettore che trasporta ormai solo 22 milioni di passeggeri, vale a dire circa un quarto dei suoi o di Air France-Klm e un sesto di Ryanair e Lufthansa.
Proprio Lufthansa è l’attore mancante in questo momento, dopo che è stata in pole position nel processo di vendita negli ultimi mesi. Il vettore tedesco tuttavia ha chiesto una seria ristrutturazione di Alitalia per poi acquistare la “good company” in un secondo tempo. Lufthansa è il vettore che meglio potrebbe integrare nella sua strategia multi-hub Alitalia, così come fatto in passato con Swiss, Brussels Airlines e Austrian Airlines.
Tuttavia il Governo sembra preferire continuare andare per lunghe, dato che ormai sono passati quasi 10 mesi dall’inizio del processo di commissariamento. E i dati su Alitalia sono pochi e poco incoraggianti. L’ultimo dato (positivo) è quello della puntualità che ha visto Alitalia in cima alle classifiche, ma purtroppo la compagnia è in fondo nelle classifiche per redditività. Mentre Ryanair, Lufthansa e le altre macinano utili, la compagnia italiana continua a perdere soldi.
Secondo le mie stime, nel primo bimestre la compagnia potrebbe perdere almeno 1,5-2 milioni di euro al giorno. Infatti anche aumentando del 5% ricavi e diminuendo del 7% i costi rispetto allo scorso anno, Alitalia potrebbe perdere nel primo bimestre fino a 125 milioni di euro. Nel corso dell’anno commissariale probabilmente le perdite saranno di quasi 200 milioni di euro e tutto questo a spese del contribuente italiano. E se l’azienda perde soldi, così come sembra, non è una bella notizia per nessuno. La trasparenza è necessaria non solo sulla puntualità, ma anche sui conti aziendali, dato che è proprio il contribuente italiano che sta mantenendo in vita il vettore aereo tramite il prestito ponte di 900 milioni di euro.
E intanto il processo si prolunga e ogni tanto esce il rumor di un intervento della Cassa depositi e prestiti: vale a dire, lo Stato ancora. Evidentemente i miliardi di euro persi da parte del contribuente negli ultimi decenni poco sono serviti, se ancora si richiedono soldi pubblici. Di fatto con il commissariamento, Alitalia è stata rinazionalizzata, ma pochi sembrano essersene accorti. Paradossalmente sarebbe meglio una soluzione spezzatino o la soluzione Lufthansa, perché una volta per tutte si fermerebbe il flusso di risorse da parte dello Stato. E intanto dieci mesi sono passati e solo i rumors volano alto.