La Guardia di Finanza si è recata nella sede romana di Telecom Italia per coadiuvare l’Antitrust che sta svolgendo delle indagini per accertare l’eventuale abuso di posizione dominante della compagnia telefonica. Il Corriere della Sera scrive che, secondo l’Authority, già lo scorso giugno sarebbe emerso il tentativo di Tim di “applicare, nella fornitura di servizi di accesso all’ingrosso a banda larga e ultralarga, condizioni economiche suscettibili di ostacolare la concorrenza infrastrutturale e limitare la contendibilità dei clienti che acquistano i servizi all’ingrosso”. Il sospetto, di fatto, è che Tim abbia cercato di ostacolare Open Fiber. La società di Amos Genish in una nota ha evidenziato la correttezza del proprio operato, affermando che continuerà a collaborare con l’Autorità per dimostrare la totale estraneità a qualsiasi presunto illecito. Il quotidiano di via Solferino sottolinea che questa è l’ennesima tegola per Tim e soprattutto per Vivendi, che non è riuscita  trovare un accordo con Mediaset. Cosa che apre le porte a una causa miliardaria da parte di Cologno Monzese.



Secondo Il Corriere della Sera, Genish starebbe anche mettendo a punto il piano strategico di Tim e individuando la squadra che dovrebbe cercare di realizzarlo. Girano diversi nomi, tra cui quello di Riccardo Meloni (Leonardo) come capo del personale, Stefano Siragusa (ex Ceo di Ansaldo Sts) come responsabile di Open Access e Corrado Sciolla (British Telecom) come Direttore commerciale. Dovrebbe anche trovare spazio come responsabile degli acquisti Michel Sibony, braccio destro di Vincent Bollorè e attualmente Chief value officer di Havas. Non è escluso che le nomine possano essere formalizzate già nel Consiglio di amministrazione di domani, dove si dovrebbe discutere dell’offerta arrivata da Raiway e F2i per Persidera.



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