È fatta! Il fondo Americano Global Infrastructure Partners III Funds, specializzato nelle infrastrutture con tre indirizzi specifici quali: 1) trasporti; 2) energia e gestione di acque; 3) rifiuti, detenente asset di primaria importanza mondiale con capitalizzazioni per oltre 40 miliardi di dollari, tra cui emergono l’aeroporto londinese di Gatwick, il più importante storage di gas liquido in India, fino a toccare la Equis Energy di Singapore, con entrate annue per il fondo superiori a 5 miliardi di dollari e oltre 21000 dipendenti, ieri ha acquisito per quasi 2 miliardi di euro Italo. In tale operazione rientra anche l’accollo di oltre 400 milioni di euro di debiti che, a oggi, pesano su Italo- Ntv; mentre i 30 milioni di dividendi della gestione odierna resteranno nelle tasche degli azionisti italiani.
Inoltre, va evidenziato che l’offerta del fondo americano prevede la facoltà dei destinatari della medesima di reinvestire fino a un massimo del 25% dei proventi derivanti dalla vendita alle stesse condizioni dell’eventuale acquisto da parte di Gip. A tale possibilità di reinvestimento possono aderire uno o più destinatari dell’offerta, fermo restando il limite massimo del 25% in modo che, all’esito dell’eventuale reinvestimento, Gip sia titolare di una partecipazione non inferiore al 75% del capitale sociale.
La decisione del cda del gruppo ferroviario è arrivata nella giornata di ieri alle ore 23.00. Il nodo su cui si è trovato a discutere il consiglio di amministrazione del gruppo ferroviario è stato se valutare la documentazione predisposta in vista della quotazione in borsa, con uno sbarco in Piazza Affari, piuttosto che scegliere la strada americana, la quale però avrebbe privato, di fatto, l’Italia di una delle aziende più innovative nel settore dei trasporti.
La scelta di vendere a Gip, secondo chi scrive, è però quella economicamente più valida per il nostro Paese. Infatti, la nuova proprietà, pur presentandosi sul mercato forse in maniera un po’ ingombrante a livello di “personalità”, è altresì un’entità finanziaria molto liquida, che può innescare nei trasporti nazionali un nuovo piano industriale basato sia sulla gestione dei prezzi al ribasso, e quindi più convenienti per i consumatori, sia nell’aumento della qualità del servizio offerto.
Ritengo quindi, che l’operazione na vada vista come un altro pezzo di industria italiana che se ne va, bensì, più realisticamente, come un importante investimento economico e finanziario che arriva in Italia per durare nel tempo. Nel mondo odierno, sempre più globalizzato, ciò fa parte dell’integrazione finanziaria e manageriale che verrà posta in essere attraverso acquisizioni di e/o tra imprese ad alta tecnologia e specializzazione. Senza ombra di dubbio il mercato imprenditoriale “Made in Italy” risulta sempre più ambito da parte di investitori esteri e quindi è positivo che un fondo di primaria importanza quale Gip abbia deciso di investire su Italo.