MPS SMENTISCE AUMENTO DI CAPITALE

Mps chiude la giornata in Borsa con un calo del 5,2%, scendendo sotto quota 2,65 euro ad azione. In una nota Montepaschi ha fatto sapere che “non sono allo studio operazioni di aumento di capitale e che l’attuazione del piano di ristrutturazione procede secondo le tempistiche previste e già comunicate al mercato”. Rocca Salimbeni fa anche spere che sono confermati gli obiettivi riguardanti “la riduzione dei crediti deteriorati, le iniziative di contenimento dei costi e l’operazione di cartolarizzazione delle sofferenze riguardo la quale la Banca non vede circostanze che possano modificarne la tempistica di conclusione già comunicata al mercato”. Dunque una risposta abbastanza chiara rispetto ad alcune ipotesi fatte dalla stampa (definite vere e proprie “illazioni”) circa le ragioni del calo di Mps in Borsa. Resta in ogni caso aperta l’ipotesi che siano i grandi fondi di investimento a star vendendo quote importanti delle banca senese.



LE POSSIBILI CAUSE DEL CROLLO IN BORSA

Mps in Borsa cede il 3,8%, scendendo così anche sotto la soglia dei 2,7 euro ad azione. Secondo quanto scrive Il Giornale, si fanno alcune ipotesi sulle cause del caso del titolo che prosegue da alcuni giorni. Una riguarderebbe la possibilità che la Bce possa chiedere a Montepaschi di tagliare ulteriormente i costi e fari altri risparmi e che si possa arrivare poi a un altro aumento di capitale. “Altre fonti finanziarie spiegano il crollo del titolo con la fuga del fondi stranieri, soprattutto di quelli speculativi come Carlson e Paulson (il manager che aveva costruito la posizione su Mps è rientrato nei tagli allo staff dell’hedge fund decisi la settimana scorsa) che si starebbero liberando delle azioni senesi”, scrive Camilla Conti, evidenziando che i fondi si starebbero muovendo in questo modo anche per il risultato delle elezioni italiane, temendo che Lega e M5S possano andare al Governo varando una nazionalizzazione di Rocca Salimbeni.



VINCOLO DI COLLEZIONE PER LE OPERE D’ARTE

Il ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha approvato il vincolo di collezione delle opere d’arte facente parti del patrimonio di Mps. Un atto che viene accolto con grande soddisfazione dal Circolo Sena Civitas, che in una nota pubblicata da ilcittadinoonline.it parla di una battaglia vinta, visto che la collezione di Rocca Salimbeni “sarà vincolata alla città impedendo così che questo ingente patrimonio possa ‘volare’ verso altre destinazioni e venga così sottratto alla città”. Nei mesi scorsi si era anche ipotizzato che le opere d’arte di Montepaschi potessero in qualche modo divenire uno degli asset della banca su cui le autorità europee potessero intervenire nel caso i conti non mostrassero dei miglioramenti in linea con quanto pattuito nel piano industriale. Non a caso il Circolo Sena Civitas fa notare che “nel piano industriale della Banca era prevista la loro alienazione per la cifra, che a noi profani non appare sostanziale, di 121 milioni di euro”.



Dopo questo importante risultato resta però da “capire quali e quante saranno le esclusioni dal ‘vincolo di collezione’ che rende le opere di interesse nazionale e le lega a Siena. Per questo chiediamo massima trasparenza e cataloghi pubblici in cui siano ben evidenziate le opere incluse o escluse. Non vorremmo che magari la collezione dei Macchiaioli o i quadri di Kandisky o le monete della Repubblica di Siena, venissero escluse senza una chiara motivazione, per poi finire in mano a qualche collezionista oltre frontiera per cifre che non ripianano certamente i deficit di bilancio di una Banca oggi anche ‘pubblica’”.