Quasi 900.000 persone stanno beneficiando delle misure di contrasto alla povertà, ovvero il Rei, Reddito di inclusione varato dal Governo Gentiloni, e il Sia, il Sostegno di inclusione attiva, e ben il 70% di esse risiede al Sud. Lo hanno reso noto oggi Inps e ministero del Lavoro mediante i dati dell’Osservatorio statistico sul reddito di inclusione. Nello specifico, sono meno di 48.000 le persone interessate dal Sia, strumento poi sostituito dal Rei, che non a caso riguarda poco più di 316.000 cittadini. “Cumulando il Sia, il Rei e le misure regionali di contrasto alla povertà abbiamo raggiunto quasi 900 mila persone”, ha detto Tito Boeri, secondo cui questi dati possono far dire “che in Italia un reddito minimo c’è”. Il Presidente dell’Inps ha fatto sapere che sono state raggiunte 251.000 famiglie per un totale di 870.000 componenti, pari a circa la metà della platea che ci si è dati come obiettivo.
REDDITO DI INCLUSIONE, IMPORTO MEDIO SOTTO I 300 EURO
Guardando nel dettaglio i dati, si può notare che il 73% delle famiglie beneficiarie è composta da almeno tre componenti, mentre l’11% ha un solo componente. Il 23% dei percettori del Rei è un singolo, nel maggior parte dei casi disoccupato e con più di 55 anni. C’è però da dire che gli importo medi mensili erogati per le famiglie sono inferiori a 300 euro (297 per l’esattezza). Dunque se è vero, come dice Boeri, che in Italia un reddito minimo c’è, è però evidente che l’importo è ben al di sotto di quello proposto, per esempio, dal Movimento 5 Stelle attraverso il reddito di cittadinanza. Il Presidente dell’Inps ha comunque ricordato che senza il Rei, le famiglie non avrebbero praticamente entrate, ed è quindi fondamentale il reddito di inclusione, che fornisce “una qualche prospettiva”.
I MESSAGGI DI GENTILONI E BOERI
Non va in ogni caso trascurato il differente potere d’acquisto che una cifra, seppur bassa, ha nel Sud del Paese rispetto al Nord. Alla presentazione dei dati, come spiega Rainews, era presente anche Paolo Gentiloni, secondo cui “il Rei funziona” e ora va rafforzato gradualmente con nuove risorse, “ma non buttando a mare il lavoro che è stato fatto. Abbiamo uno strumento di tutela universale che può essere potenziato e rafforzato. Non possiamo permetterci una fiera delle velleità che ci porterebbe fuori strada”. Un messaggio evidentemente rivolto alle forze politiche che potrebbero andare al Governo. Anche Boeri ha insistito su questo concetto, spiegando che “dando più risorse al Rei potremmo raggiungere platee più vaste. Spero non si voglia mettere in discussione questo strumento e impedire che il processo vada avanti”.