L’Inps ha reso noti i dati sulle pensioni vigenti al primo gennaio di quest’anno. In tutto si tratta di 17,88 milioni di assegni, di cui 13,97 di natura previdenziale, ovvero originati dal versamento di contributi durante l’attività lavorativa. Gli altri 3,91 milioni, invece, rappresentano pensioni sociali o di invalidità e hanno quindi carattere assistenziale. Complessivamente, l’importo annuo di questi assegni risulta pari a 200,5 miliardi di euro, di cui 179,6 sostenuti dalle gestioni previdenziali. Più della metà delle pensioni sono a carico alle gestioni dei dipendenti privati, mentre quelle dei lavoratori autonomi rappresentano il 27,5% del totale. Le gestioni assistenziali, invece, erogano il 21,8% delle prestazioni. Oltre il 61% degli importi in pagamento sono rappresentati dal Fondo pensioni lavoratori dipendenti.
INPS, IL 70,8% DELLE PENSIONI SOTTO I 1.000 EURO
Per quanto riguarda gli importi delle pensioni, l’Inps mette in evidenza che il 62,2% di esse ha un importo inferiore a 750 euro mensili. Guardando alla suddivisione di genere, ben il 75,5% delle donne percepisce un assegno sotto a tale cifra. Ammonta invece al 70,8% del totale il numero delle pensioni erogate sotto i 1.000 euro al mese. E in questo caso le donne beneficiarie arrivano all’86,6%. Dall’Osservatorio Inps si nota anche un aumento del 25,3% delle pensioni cosiddette anticipate, per le quali occorre avere almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi nel caso di donne). Va detto che questi dati non comprendono le pensioni del comparto pubblico e di quello dello spettacolo.
I RISCHI MAGGIORI PER LE PENSIONI DEGLI AGRICOLTORI
Insieme a questi dati non si può non tenere conto dell’allarme lanciato dalla Confederazione italiana agricoltori, che attraverso il proprio Patronato Inac ha fatto sapere che in Italia oggi oltre 2,2 milioni di anziani vivono con pensioni al di sotto di 510 euro e, di questi, circa un milione sono ex agricoltori. L’agenzia Dire evidenzia anche che secondo la Cia, con la reintroduzione del sistema contributivo, i futuri pensionati agricoltori con contributi a partire dal 1996 non avranno nemmeno più l’integrazione al minimo e dunque le loro pensioni potrebbe essere anche di 276 euro al mese. Una situazione davvero critica che non potrà che peggiorare per i giovani se non si interverrà con una pensione di garanzia, come auspicato dai sindacati e da alcuni partiti politici.