Se entro in un bazar, zeppo di molta merce ma non di tutta e non trovo quel che mi serve esco senza aver acquistato. Bene, questa mattina ho fatto lo stesso al mio seggio elettorale. Tante le offerte dalla politica, non quella che stavo cercando. Sì, sono interessato a dare il voto ha chi dia rappresentanza al ruolo e alla forza della gente che fa la spesa; massì, i consumatori! Mi venga un colpo, tra tante “offerte”, al più qualcuno che propone, di fronte a tanta forza, tutele per i consumatori: mica siamo panda! Ma, santiddio, l’ambito dell’esercizio economico dei consumatori, che che se ne dica, fornisce valore al sistema della produzione; ancor di più, se attrezzati di ruolo professionale, a quel valore viene aggiunto altro valore.



Basta dare un’occhiata. L’esercizio del consumo, quantunque dia ristoro alle necessità umane, trasforma mediante l’acquisto il valore in ricchezza; con la consumazione del prodotto si avvia il processo di riproduzione, si fornisce continuità al ciclo economico. L’acquisto smaltisce l’eccesso di capacità produttiva mediante acquisti pagati con il debito, surrogato di redditi altrimenti insufficienti. Quel credito, erogato dall’industria finanziaria per sostenere la domanda, genera ricchezza aggiunta, pari allo 0,7% del Pil Usa. L’Iva sugli acquisti, la Tasi sul consumato e smaltito, sono il super-contributo all’Erario di chi fa esercizio di consumo ben oltre il bisogno, oltre la capacità di spesa.



Seppur affrancati dal bisogno viene offerta consumazione del prodotto. La produzione di consumo orienta l’offerta, disponendo il controllo nell’impiego delle risorse, l’eco compatibilità delle merci, la gestione dei prezzi. Compito dell’istituto professionale: la ricomposizione tra il valore visto e il “valore vero” dei prodotti. Tale azione consente di ripristinare un adeguato rapporto tra valore e prezzo delle merci. L’acquisto di merce con i “saldi” e negli outlet smaltisce l’eccesso di offerta; si guadagna il prezzo più basso. Mettere sul mercato il già acquistato e non usato raddoppia il valore della merce; quella merce fa due volte prezzo; meno risorse impiegate, meno smaltimento.



Il controllo del ciclo di vita dei prodotti consente di ottimizzare l’impiego delle risorse e un uso più redditizio del reddito. Mediante la gestione attiva della domanda vengono sottratti passaggi di processo e figure di ruolo a una troppo lunga filiera produttiva che disperde utili.

Le risorse dei consumatori sono i nuovi beni: l’attenzione, il tempo, l’ottimismo. Nuovo valore sul mercato, merci immateriali ed ecocompatibili, nuovi consumatori, nuova ricchezza. La concorrenza tra produttori e consumatori nella gestione di domanda e offerta scrolla posizioni di rendita, aumenta la produttività del sistema. La forza degli acquisti di gruppo orienta la produzione, dispone la formazione del prezzo. Visto? Senza questa gente non si va molto lontano.

Già, senza un ristoro adeguato, per esercitare tali ruoli, neanche oltre la crisi. Burocraticamente vostro, anzi sol a chi voglia dare adeguata rappresentazione a queste istanze!