FISCO, SPESOMETRO LIGHT: LE FATTURE INVIATE
Sembra che lo spesometro non abbia dato grossi problemi. Secondo quanto comunicato dall’Agenzia delle Entrate, sono state inviate 1,3 miliardi di fatture relative al secondo semestre dello scorso anno, tenendo anche conto della possibilità di rinviare per 5 giorni i file non accettati dopo la scadenza prevista del 6 aprile. C’erano non pochi timori circa l’invio di questi dati, visto che a novembre si erano registrati diversi problemi che avevano persino portato al blocco del sistema informatico predisposto dall’Agenzia delle Entrate. La nuova versione dello Spesometro, che è già stata ribattezzata Spesometro Light, era stata di fatto annunciata dal nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, durante un’audizione svoltasi lo scorso ottobre, ma sono state introdotte solo all’inizio dell’anno, con lo spostamento della scadenza per l’invio delle fatture all’inizio di questo mese. Scadenza riguardante anche le eventuali correzioni ai dati del primo semestre 2017.
FISCO, SPESOMETRO LIGHT: GLI STRUMENTI USATI
Secondo quanto reso noto dall’Agenzia delle Entrate, per inviare le fatture relative allo Spesometro Light è stato usato nel 53% dei casi direttamente il servizio disponibile sul web, mentre per un altro 24% mediante il sito “Fatture e corrispettivi” predisposto dall’Agenzia stessa. Il restante 23% è stato trasmesso utilizzando sistemi di trasferimento di file. Anche questo è sicuramente un dato interessante per il lavoro svolto dall’Agenzia. Manca poco però perché scattino i 15 giorni dalla scadenza, trascorsi i quali sono previste le sanzioni per chi non ha provveduto alla trasmissione dei dati. Si tratta di una multa pari a due euro per ogni fattura, fino a un massimo di 1.000 euro per trimestre. Ora è quindi possibile utilizzare il ravvedimento operoso, in modo da dimezzare l’importo delle sanzioni, compreso l’importo massimo. Ciò vuol dire che si pagherà un euro per ogni fattura non trasmessa fino a un massimo di 500 euro per trimestre.