Prosegue lo stato di fermo a carico di Vincent Bollorè, l’imprenditore francese sospettato di corruzione al fine di ottenere concessioni portuali in Africa, in particolare Togo e Guinea. Come spiega Il Fatto Quotidiano, insieme al 66enne sono stati posti sotto interrogatorio anche altri due dirigenti del gruppo: il responsabile del polo internazionale di Havas e il direttore generale del gruppo Bolloré. Anche Francis Perez, presidente del gruppo Pefaco si trova in stato di fermo da ieri. Attraverso un comunicato, già nella giornata di martedì il gruppo Bolloré aveva già smentito fortemente e “formalmente” di aver commesso presunte irregolarità in Africa. Stando a quanto evidenziato da Il Secolo d’Italia, i media francesi avrebbero ribadito come l’imprenditore resterà ancora per la giornata odierna a disposizione della magistratura transalpina. Il gruppo sotto accusa si ritiene comunque tranquillo e certo di come la loro audizione possa permettere di fare piena chiarezza su questioni già “oggetto di una indagine indipendente che ha evidenziato l’assoluta regolarità delle operazioni”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



PROLUNGATO LO STATO DI FERMO

Nuovi aggiornamenti sulla vicenda che ha coinvolto il noto finanziare Vincent Bollorè, fermato in Francia e indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta che riguarda la sua società Havas, rea di aver pagato tangenti in Africa per ottenere concessioni portuali. Secondo quanto rivelano fonti giudiziarie, riportate da rainews.it, il fermo dell’imprenditore francese è stato prolungato. La fonte ha inoltre aggiunto che oltre a Bollorè, due dirigenti del suo gruppo sono stati ascoltati dalla polizia anti-corruzione a Nanterre: parliamo del capo della divisione internazionale di Havas Jean-Philippe Dorent e il direttore generale del gruppo Gilles Alix. Vincent Bollorè, come già spiegato approfonditamente, è stato posto in custodia cautelare dalle forze dell’ordine francesi per una vicenda che risale al 2010, con la società Havas rea di aver sostenuto l’ascesa di manager in Togo e Guinea al fine di favorire la concessione di terminali portuali nei due paesi. (Agg. Massimo Balsamo)



“MAI COMMESSE IRREGOLARITA'”

Mentre intanto va in scena l’assemblea dei soci di Telecom Italia, sulla quale le vicende dell’ex numero uno di Vivendi inevitabilmente finiranno per pesare anche se nessuno fino ad ora si è espresso, per Vincent Bolloré sono ore difficili: per lui sono tanti i fronti di “crisi” oramai aperti, a partire dalla vicenda legata alle tangenti in Africa per la quale è in stato di fermo fino ad arrivare alla querelle giudiziaria che si protrae da tempo coi vertici di Mediaset e alla battaglia per il controllo dei vertici di Telecom. Tuttavia, nella giornata di oggi, a sostegno dell’amministratore delegato del gruppo è arrivata una nota da parte della stessa società che, di fatto, ha negato formalmente qualunque degli addebiti fatti dalla magistratura transalpina. “Il gruppo Bolloré nega che la sua società controllata da tempo, la SDV Afrique, abbia mai commesso delle irregolarità: le prestazioni relative alle fatture di cui si parla sono state effettuate con assoluta trasparenza” si legge nella nota diffusa e che, al momento, rappresenta l’unica presa di posizione ufficiale da parte dell’azienda. (agg. R. G. Flore)



ANCORA MARINA BERLUSCONI, “VIVENDI ARROGANTE”

Non rappresenta di certo una brutta notizia, per il gruppo Berlusconi, l’arresto di Vincent Bolloré, il miliardario del gruppo Vivendi che in questi mesi ha messo i bastoni tra le ruote al Biscione in tanti settori, arrivando persino ad ipotizzare un’Opa sull’azienda di famiglia, Mediaset. E non è un caso che tra le reazioni più dure vi sia proprio quella di Marina Berlusconi, presidente di Mondadori che, come riportato da La Repubblica, dopo aver definito Bolloré un novello Attila, ha rincarato la dose:”Di loro (del gruppo Vivendi, ndr) abbiamo visto tutti molto bene e toccato con mano l’arroganza e la spregiudicatezza anche perché non fanno nulla per nasconderle. Quello che nascondono molto bene è il pensiero strategico che c’è dietro i loro comportamenti e lo fanno talmente bene che a volte c’è da chiedersi se lo abbiano davvero”. (agg. di Dario D’Angelo)

MARINA BERLUSCONI, “BOLLORE’ COME ATTILA”

Dopo il fermo di Vincent Bolloré, numero uno di Vivendi che proprio di recente aveva ceduto il passo al figlio Yannick, si registrano le prime reazioni in Italia come peraltro sta già accadendo in Francia: in custodia cautelare per una storia di tangenti, il nome del 66enne finanziere transalpino si intreccia inevitabilmente non solo con le sorti di Tim (in programma l’assemblea degli azionisti) ma anche con quelle del Gruppo Mediaset, tanto che nelle ultime ore è arrivata una dura presa di posizione da parte di Maina Berlusconi, presidente dell’azienda del Biscione: pur non volendo commentare l’arresto di Bolloré, concedendo solamente un “no comment” ai giornalisti, la figlia dell’ex Cavaliere ha attaccato prima Vivendi, spiegando che i contatti col gruppo francese si sono interrotti oramai da tempo e che “l’unica cosa che sta andando avanti sono le cause legali” ha detto a margine di una assemblea di Mondadori. Dichiarando che Mediaset si attende presto di essere risarcita del danno enorme che Vivendi, a suo dire, ha creato loro, Marina Berlusconi ha aggiunto che “il signor Bolloré non si è smentito neppure nel modo in cui si è comportato in Tim, perché ha usato la delicatezza e la compostezza di Attila: solo che Attila un impero enorme almeno era riuscito a crearlo…”. (agg. R. G. Flore)

CROLLA IL TITOLO IN BORSA (-8%)

Ha fatto il giro del mondo la notizia circa il fermo del finanziare Bolloré, fra gli uomini più ricchi della Francia e del mondo. Le accuse degli inquirenti sono quelle di corruzione nei confronti di alcuni leader africani, per ottenere in cambio delle concessioni portuali, importanti per portare a termine degli affari nel continente nero. Ovviamente il gruppo con a capo Bolloré respinge ogni tipo di accusa, ma nel frattempo è arrivato il crollo in borsa. Alla borsa parigina l’azienda del finanziere ha perso circa 8%, e rischia di perdere ulteriori punti percentuali nelle prossime ore. L’avvocato di Bolloré, Oliver Baratelli, ha parlato ai microfoni del quotidiano Le Monde, difendendo ovviamente il proprio assistito: «Bolloré è uno dei leader del continente africano, per via della sua esperienza in quelle zone del mondo da oltre 30 anni, per via della sua rete industriale, e degli enormi investimenti realizzati (più di 2 miliardi di euro negli ultimi otto anni), e solo questo gli permette di ottenere le concessioni portuali». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ULTERIORI AGGIORNAMENTI

Sta facendo discutere in tutto il mondo la notizia del fermo di Vincent Bollorè, accusato dalla giustizia francese di corruzione nell’ambito di una inchiesta su tangenti pagate dal suo gruppo in Africa riguardo concessioni portuali in Togo e Guinea. Pochi minuti fa è arrivata la smentità del gruppo di Bollorè, che ha negato “formalmente” di aver commesso irregolarità in Africa attraverso la filiale SDV Afrique. Attraverso un comunicato, la società parigina ha sottolineato che le prestazioni oggetto dell’inchiesta sono state realizzate “in completa trasparenza” e l’interrogatorio a cui è sottoposto Vincent Bollorè “permetterà di chiarire in maniera utile alla giustizia queste questioni già oggetto di una expertise indipendente che ha concluso la perfetta regolarità delle operazioni”. Ma la vicenda ha creato le prime ripercussioni negative: il titolo è creato in Borsa a Parigi: -8,9 per cento. (Agg. Massimo Balsamo)

VINCENT BOLLORE’ INDAGATO PER TANGENTI IN AFRICA

Francia, Vincent Bollorè fermato e interrogato per corruzione: nei guai il noto finanziere e produttore televisivo transalpino. Presidente del Consiglio di Amministrazione della holding Havas, Bollorè secondo la rivista Forbes è al 248° posto nella lista degli uomini più ricchi del mondo. Alla guida del gruppo di famiglia Bollorè, è inoltre il Presidente del Consiglio di Sorveglianza della società francese Vivendi (società attiva nel campo dei media e delle comunicazioni). Ebbene, l’imprenditore è alle prese con un guaio giudiziario come sottolinea il quotidiano transalpino Le Monde: Bolorè è stato posto in custodia cautelare e interrogato a Nanterre nell’ambito di una inchiesta su tangenti pagate dal suo gruppo in Africa nell’anno 2010, in relazione a delle concessioni portuali in Togo e Guinea. Oltre a Vincent Bollorè, sono stati arrestati il direttore generale del gruppo Gilles Alix e il capo della divisione internazionale dell’agenzia di comunicazione Havas Philippe Dorent.

VINCENT BOLLORE’ FERMATO E INTERROGATO PER CORRUZIONE

Secondo quanto riporta Le Monde, l’inchiesta che riguarda Vincent Bollorè riguarda le concessione per l’utilizzo di due porti siti in Guinea e Togo. Le indagini sono state avviate quattro anni fa, nel 2014, dall’ufficio di lotta alla corruzione e all’evasione, e l’ipotesi degli inquirenti è che la società Havas di Bollorè abbia fornito consulenze e consigli al fine di sostenere l’arrivo al potere di alcuni dirigenti in cambio di alcune concessioni sui porti sopra citati. Già due anni fa, nel 2016, la sede Africa Logistics del gruppo Bollorè era stata perquisita nell’ambito di una inchiesta aperta nel 2012. Dorent, capo della divisione internazionale di Havas, nel 2010 sostenne la campagna presidenziale di Alpha Condè, attuale presidente del Paese: quest’ultimo nel corso dell’esilio a Parigi avrebbe stretto amicizia con Bollorè e l’ex ministro Bernard Kouchner. Sempre nel 2010, inoltre, Dorent era stato responsabile di parte della comunicazione del giovane presidente togolese Faure Gnassingbè, figlio dell’ex dittatore Gnassingbe Eyadema, sottolinea Repubblica.