Il Consiglio di Amministrazione di Eni ha approvato ieri i risultati del primo trimestre 2018, chiuso con un utile netto di 946 milioni, in calo del 2% rispetto allo stesso periodo del 2017, un utile netto adjusted di 978 milioni di euro, in aumento del 31% rispetto al primo trimestre del 2017 e un utile operativo adjusted pari a 2,38 miliardi di euro, in crescita del 30% in un anno. La generazione di cassa operativa è stata pari a 2,19 miliardi di euro, dato in crescita del 13% in un anno, ma è cresciuto anche l’indebitamente finanziario netto, che ora è pari a 11,278 miliardi, +362 milioni rispetto al 31 marzo 2017. Per Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, questi sono  risultati economici e finanziari eccellenti. “Rispetto al primo trimestre 2017, con un incremento del prezzo Brent in euro dell’8%, l’utile operativo adjusted di gruppo è aumentato del 30%, mentre la generazione di cassa da risultato è cresciuta del 22%”, ha evidenziato DeScalzi.



ENI, DESCALZI COMMENTA I RISULTATI

Il manager ha anche spiegato che nel periodo in esame sono “proseguite le azioni di ottimizzazione del nostro portafoglio assets con l’ingresso negli Emirati Arabi Uniti, una delle aree più produttive al mondo, e la vendita di un ulteriore 10% del campo di Zohr in Egitto”. Il riferimento è all’operazione annunciata a marzo con l’ingresso con una quota del 5% nel giacimento a olio di Lower Zakum e con una quota del 10% nei giacimenti a olio, condensati e gas di Umm Shaif e Nasr, nell’offshore degli Emirati Arabi Uniti. Viene poi segnalato il buon dato del settore Gas naturale liquido. “Sulla base di questi risultati e della strategia annunciata con il Piano 2018-2021, confermo per il 2018 l’obiettivo di una cash neutrality a un prezzo del Brent pari a 55$ al barile”, ha aggiunto Descalzi. Il titolo in Borsa cede al momento poco più dell’1%, attestandosi sotto quota 16 euro. 



ENI, AUMENTO PRODUZIONE DEL GIACIMENTO ZHOR

A proposito del giacimento Zhor, proprio ieri Eni ha annunciato di aver avviato la seconda unità di produzione (T-1) “che porterà una capacità installata aggiuntiva di 400 milioni di piedi cubi standard di gas al giorno”. Secondo i programmi, si prevede di raggiungere “1,2 miliardi di piedi cubi di gas al giorno (bcfd) entro maggio 2018, 2 bcfd entro il 2018 e il plateau di produzione di 2,7 bcfd nel 2019”. Eni detiene una partecipazione del 60% nel blocco di Shorouk, Rosneft il 30% e BP il 10%. A marzo 2018, Eni ha concordato la cessione a Mubadala Petroleum di un 10% della sua quota nella concessione. Un’operazione che è stata importante per poter entrare nei giacimenti degli Emirati Arabi Uniti.