IN BORSA CHIUDE SOPRA I 2,65 EURO

Mps chiude in Borsa con un rialzo dello 0,1%, sopra i 2,65 euro ad azione. La notizia del rinvio a giudizio di Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, ex amministratore delegato e presidente di Montepaschi, viene ben accolta da Adusbef, che in una nota fa sapere che chiederà di potersi costituire parte civile nel processo. L’associazione è anche “grata al Gup di Milano Alessandra Del Corvo, che ribaltando sia la teoria della pubblica accusa sia della difesa degli imputati che avevano chiesto il proscioglimento, dopo una richiesta di archiviazione da parte della procura per la contabilizzazione non corretta nei bilanci della banca senese dei derivati Santorini e Alexandria, operazioni finanziarie spregiudicate messe in piedi tra il 2012 e il 2015, ha deciso di portare in giudizio due banchieri, scelti da Bankitalia per occultare precise responsabilità nella pregressa gestione fraudolenta di Mps da parte dell’ex presidente dell’Abi Giuseppe Mussari”.



MPS, VIOLA E PROFUMO RINVIATI A GIUDIZIO

Gli ex vertici di Mps, Fabrizio Viola e Alessandro Profumo, sono stati rinviati a giudizio con le accuse di aggiotaggio e falso in bilancio dal Gup di Milano Alessandra Del Corvo. Una decisione che stupisce non poco se si considera che la Procura di Milano aveva chiesto il proscioglimento per entrambi. Il processo, che riguarda anche l’ex Presidente del collegio sindacale, Paolo Salvadori (solo per falso in bilancio) e Montepaschi per la violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti per i reati commessi dai dipendenti (anche in questi casi era stato chiesto il proscioglimento), comincerà il 17 luglio. L’ex Presidente della banca toscana, Alessandro Profumo, ora alla guida di Leonardo, si è detto sorpreso per la decisione, ma conferma di essere sereno circa il suo operato in Mps. “Dimostreremo di aver sempre operato correttamente nell’interesse dell’istituto e dei suoi azionisti, peraltro in stretta collaborazione con Banca d’Italia e Consob, e riconfermo la mia totale fiducia nella magistratura”, sono le parole riportata dal sito di Milano Finanza. In Borsa il titolo di Mps cede lo 0,7%, scendendo sotto quota 2,65 euro.



I DATI SUGLI STIPENDI DEI CEO

Il Sole 24 Ore riporta alcuni dati del Centro studi della Uilca “Orietta Guerra” relativi alle retribuzioni dei top manager delle banche. In particolare, emerge che “il rapporto tra il compenso medio annuo di un amministratore delegato e lo stipendio di un lavoratore nel 2017 è stato pari a 50”, mentre l’anno precedente era stato pari a 59. Roberto Telatin, responsabile del centro studi, spiega che questa riduzione “è ascrivibile alla decisione di UniCredit di ridurre del 40%, a decorrere dal 1° gennaio 2017, gli emolumenti di Presidente, Vice Presidente, Amministratore Delegato, e all’uscita, in Banca Monte dei Paschi di Siena, dell’ex Amministratore Delegato e ex Direttore Generale”.



Telatin spiega anche che “assumendo come retribuzione lorda di ingresso 28.800 euro e lo stipendio degli amministratori delegati, se prendiamo Banca Intesa il differenziale del 2017 è di 145, quello di DoBank 69, Banco Bpm 54, Ubi 53, Unicredit 44, Mps 39”. Secondo i dati emersi, il differenziale è più basso di quello presente nel settore assicurativo, dove “il rapporto medio tra il compenso di un ceo e lo stipendio medio di un lavoratore del settore nel 2017 è stato pari a 112”. Secondo i sindacati resta però da correggere il rapporto tra parte variabile e parte fissa del compenso dei manager. Infatti, nel 2017 “la parte fissa ha rappresentato l’83,9% dei compensi degli amministratori delegati, mentre la parte variabile era il restante 16,1%”. Per Mps la parte fissa è stata del 97,5%. Cosa che non aiuta quando si ipotizza che i semplici impiegati vengano retribuiti anche in base ai risultati ottenuti.