L’APE volontaria (Anticipo finanziario a garanzia pensionistica) è il prestito che può essere richiesto dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, dai lavoratori autonomi e dagli iscritti alla Gestione Separata. Come funziona? L’Inps spiega che è erogata per un periodo minimo di sei mesi e fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia. Non ha termini di scadenza, ma comunque non è possibile presentare domanda dopo il 31 dicembre 2019, perché l’anticipo pensionistico è una misura sperimentale, valida fino a fine 2019. Confermata la possibilità di estinguere il prestito anticipatamente, parzialmente o interamente. Nel primo caso decade automaticamente la domanda di pensione di vecchiaia, se invece l’assicurato è già in pensione si interrompono le rate di restituzione. La banca comunicherà l’importo da restituire, mentre l’impresa assicuratrice restituisce la parte di premio non goduta e il fondo di garanzia rimborsa la quota parte non goduta della commissione per l’accesso al fondo. Invece in caso di estinzione parziale, spiega PMI, ’istituto finanziatore (la banca) effettua i calcoli e comunica all’INPS il nuovo piano di ammortamento. (agg. di Silvana Palazzo)



PRECISAZIONI SUGLI ESODATI

Nella lunga circolare Inps sull’Ape Volontaria vengono spiegati i numeri dettagli che ancora in queste gli utenti ricercano per soddisfare le proprie domande e chiarificazioni sull’uscita anticipata volontaria dal lavoro. In particolare, vengono ristabilite le compatibilità dell’Ape volontaria rispetto alle altre attività in carico dei futuri pensionati: si potrà infatti proseguire con le attività lavorative, e lo possono chiedere tutti i lavoratori ancora attivi senza bisogno di dare le dimissioni. Non solo, l’Ape è compatibile con tutte le prestazioni di sostegno al reddito, come la NASPI, e con l’Ape sociale: per l’Inps infatti ogni lavoratore che ha ottenuto un accesso positivo all’Ape sociale può richiedere la volontaria «incrementando così il proprio reddito nell’attesa della pensione (che però verrà decurtata della rata di restituzione). Non possono invece presentare domanda di Ape coloro che sono già titolari di pensione», si legge nella circolare dove si trova anche la precisazione sul futuro degli esodati. Se vengono chieste le domande di Ape volontaria, bisognerà rinunciare alla salvaguardia e percepiranno invece l’Ape fino alla maturazione della pensione di vecchiaia con le nuove regole e non quelle stabilite prima della riforma Fornero. Sul fronte scadenze invece, la circolare Inps spiega che «coloro che avevamo già maturato i requisiti per l’Ape fra il primo maggio 2017 e il 18 ottobre 2017, possono chiedere la retroattività spettante. Devono però presentare la domanda di Ape entro il 18 aprile». Mentre la Legge di Stabilità ha prorogato l’Ape volontaria fino al 31 dicembre 2019, la domanda definitiva va presentata entro tale data e non basta, va ricordato, che si abbia terminato la sola pratica per la certificazione del diritto specifico. (agg. di Niccolò Magnani)



ABI CONFERMA, “OK DAL 13 APRILE”

Contestualmente ai dati forniti dall’INPS sull’Ape volontaria, arriva un’importante rassicurazione per molti lavoratori da Gianfranco Torriero, vice direttore dell’Associazione Bancaria Italiana, che ha garantito sul fatto che dalla mattina del 13 aprile sarà possibile presentare in banca le domande di rimborso, motivo per gli arretrati, richiedibili entro il 18 del mese, dovrebbero essere salvi e non a rischio come era sembrato fino a pochi giorni fa. Il dg dell’ABI ha reso noto che ad aver maturato i requisiti pensionistici tra il 1 maggio 2017 ed il 17 ottobre sono 71 lavoratori, che per non perdere gli arretrati devono presentare domanda entro il primo maggio. Torriero, come riporta pensionipertutti.it ha chiarito:”Il disegno e l’attuazione dell’Anticipo finanziario a garanzia pensionistica sono stati caratterizzati da estrema complessità. Per definire il quadro normativo di riferimento di questa nuova forma di prestito è stato necessario il coinvolgimento di molti soggetti. Dal completamento del quadro normativo di riferimento, cioè solo a partire da fine gennaio 2018, l’Inps, le banche e le assicurazioni hanno potuto iniziare a finalizzare le molto complesse procedure informatiche su cui si basa l’APE”.



APE, I DATI INPS

Ape volontaria, ad oggi sono 6.684 le domande di certificazione del diritto all’anticipo finanziario a garanzia pensionistica volontario che sono state accolte. Lo rende noto l’Inps, secondo cui di queste 5.214 si riferiscono a soggetti che hanno maturato i requisiti per l’accesso all’Ape volontario tra il 1° maggio e il 18 ottobre 2017. Nella nota l’Istituto nazionale della previdenza sociale ha aggiornato i dati sui pensionamenti anticipati e comunicato che 5 mila delle domande accolte sono relative a coloro che possono richiedere, entro il 18 aprile 2018, i ratei arretrati maturati; 214 sono invece coloro che devono necessariamente richiedere, entro il 18 aprile 2018, i ratei arretrati maturati per integrare il requisito minimo di durata dell’Ape. La nota dell’Inps prosegue spiegando che insieme al rilascio della procedura per le certificazioni ne è stata predisposta una per la presentazione online della domanda di Ape volontario.

APE VOLONTARIA, INPS: “ACCOLTE QUASI 7MILA DOMANDE”

Le domande di certificazione del diritto all’Ape volontario possono essere presentate online dal 13 febbraio scorso. L’Inps da quella data ha reso disponibile sul suo sito un simulatore per calcolare indicativamente l’importo dell’anticipo finanziario a garanzia pensionistica e la rata di rimborso, attraverso l’inserimento di dati e informazioni da parte dell’interessato. Ad oggi, rende noto l’Istituto nazionale della previdenza sociale, sono state effettuate circa 200mila simulazioni. È dal 16 marzo che sono state messe a disposizione delle sedi territoriali dell’Inps le procedure per la certificazione del diritto all’APE. Dal 30 dello stesso mese, invece, l’ente sta provvedendo a inviare ai soggetti interessati le certificazioni del diritto all’Ape volontario. Ricordiamo che l’APE volontario è un anticipo previdenziale che si può chiedere con 63 anni di età, 20 anni di contributi, tre anni e sette mesi al massimo alla pensione di vecchiaia, con un assegno maturato superiore 1,4 volte il minimo.