Fa discutere non poco la proposta, inserita anche nel contratto di Governo tra Lega e Movimento 5 Stelle, di emettere dei mini-Bot (con taglio compreso tra 5 e 100 euro) con cui pagare i debiti della Pubblica amministrazione verso imprese e cittadini. Claudio Borghi Aquilini, in un’intervista a La Verità, spiega con queste parole la funzione di questi titoli di Stato di piccolo taglio: “Al contrario di quanto promesso e non fatto da Renzi procederemo per chi lo desidera al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione con titoli di Stato commerciabili”. Dunque chi ha crediti Iva o nei confronti del fisco avrebbe uno strumento in più per riuscire a incassarli. Il responsabile economico della Lega respinge l’idea che questi strumenti possano essere considerati come una moneta parallela all’euro, spiegando che già ora esistono titoli come i ticket restaurant con cui si possono fare anche degli acquisti.



MINI-BOT, COSA SONO E COSA SERVONO

Andando a vedere il contratto di Governo tra Lega e Movimento 5 Stelle, effettivamente si trova un accenno ai mini-Bot, seppur non esplicitamente con questo nome. Vi troviamo scritto, infatti, che “occorre intervenire per risolvere la questione dei debiti insoluti della pubblica amministrazione nei confronti dei contribuenti, tenuto conto della portata patologica del fenomeno nel nostro Paese e la necessità di una sua ridefinizione in sede europea ai fini degli indicatori statistici. L’equilibrio del rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuenti passa anche dalla parificazione degli strumenti messi a disposizione per l’incasso dei rispettivi crediti. Sul punto, tra le misure concretamente percorribili, spiccano l’istituto della compensazione tra crediti e debiti nei confronti della pubblica amministrazione, da favorire attraverso l’ampliamento delle fattispecie ammesse, e la cartolarizzazione dei crediti fiscali, anche attraverso strumenti quali titoli di stato di piccolo taglio, anche valutando nelle sedi opportune la definizione stessa di debito pubblico”. 



MINI-BOT, LE CRITICHE ALLA PROPOSTA DI BORGHI AQUILINI

L’idea dei mini-Bot attira anche delle critiche. Riccardo Puglisi, Docente di Economia politica e redattore de Lavoce.info, ha twittato in queste ore un suo vecchio articolo in cui critica la proposta di Borghi Aquilini. All’interno vi si legge che “la parità 1 a 1 dei mini-Bot con gli euro ha maggiore probabilità di stare in piedi se la probabilità di eurexit è vicina allo zero, mentre il meccanismo va in tilt (il mini-Bot si svaluta sul mercato nero contro l’euro) quanto più alta questa probabilità di eurexit e/o quanto più lo stato si fa prendere la mano ed emette un quantitativo eccessivo degli stessi mini-Bot”. Dunque, fa notare Puglisi, “se si vuole mantenere a tutti i costi la parità dei mini-Bot con gli euro lo Stato – a parte minimizzare la probabilità di eurexit (anvedi!) – deve essere pronto a intervenire sul mercato vendendo euro e comprando mini-Bot, cioè rimangiandosi l’aumento di ‘moneta’”.