Le cose che non funzionano in Italia si potranno aggiustare, ma alla condizione che il mercato globale resti stabile e fluido perché l’export, vista la poca dinamicità del mercato interno, è l’unica leva per finanziare le soluzioni ai problemi. Una guerra commerciale tra Ue e Stati Uniti manderebbe in recessione Germania e Italia con esiti destabilizzanti. Trump ha deciso di posticipare di un mese la decisione riguardante la conferma dei dazi annunciati sull’importazione di alluminio e acciaio dall’Ue. La Commissione, che è delegata per trattato a definire la posizione europea in materia di commercio estero, ha a sua volta annunciato ritorsioni se l’America confermasse tali dazi. E se ciò succedesse Trump non esiterebbe a ingaggiarsi in una escalation di contro-ritorsioni.



Per evitarlo, Macron e Merkel l’hanno incontrato la settimana scorsa. Ma Trump ha ribadito che il dare e avere tra America e Ue, dove il deficit commerciale della prima è di circa 150 miliardi anno, deve essere riequilibrato in base a nuovi accordi di reciprocità. Macron ha cercato di attutire il problema offrendo la Francia come partner militare e diplomatico. Merkel ha annunciato un aumento del contributo ai costi della Nato per rispettare una delle richieste di Trump allo scopo di ammorbidire quella sulla reciprocità commerciale. In sintesi, sia Francia sia Germania stanno tentando di far valere di più la convergenza geopolitica per non rimuovere le protezioni in alcuni settori delicati sul piano del consenso, per esempio l’agricoltura. Ma Trump insiste.



Merkel è stata costretta ad aperture, ma tenta ancora di giocare la carta geopolitica, per esempio le restrizioni alle acquisizioni cinesi di tecnologia tedesca per mostrare all’America che in caso di conflitto tra America e Cina, Berlino si schiererebbe con la prima nonostante i costi di eventuali ritorsioni da parte di Pechino. Tale mossa di Merkel è molto intelligente – più di quella di Macron – perché tocca la priorità americana di limitare l’espansione della Cina e implicitamente segnala che la Germania ha il vero potere per spostare l’Ue o verso l’Atlantico o verso il blocco euroasiatico. Non si sa, tuttavia, se la controdissuasione implicita di Merkel possa calmare Trump, speriamo, oppure convincerlo a destabilizzare la Germania per piegare tutta l’Ue.



L’Italia ha l’interesse prioritario di mantenere la massima convergenza con l’America, ma non è stata nemmeno consultata da Berlino e Parigi. Senza forza e credibilità (geo)politica la potenza economica italiana è a rischio.

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