L’Istat ha diffuso la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana riferita ad aprile, nella quale si constata che nel primo trimestre dell’anno c’è stata una crescita più o meno allo stesso ritmo dei trimestri precedenti, con una produzione manifatturiera in lieve calo, così come le esportazioni. Guardando più nel dettaglio, l’Istat ritiene che le prospettive di crescita dell’economia internazionale siano ancora positive, grazie soprattutto ai dati fatti registrare dagli Stati Uniti. Nell’Eurozona, invece, l’economia sta rallentando e la disoccupazione nei primi tre mesi dell’anno è rimasta di fatto stabile. Dunque le imprese italiane riescono a crescere più in virtù della domanda interna che non dell’export. L’Istat evidenzia anche l’esistenza di segnali di ripresa nel settore delle costruzioni, che è tra i più importanti per l’economia.



ISTAT, SEGNALI DI RALLENTAMENTO PER L’ECONOMIA

“L’occupazione è tornata ad aumentare anche se il processo di crescita dell’occupazione femminile ha segnato una pausa”, segnala ancora l’Istat, specificando che i dati restano ancora sotto la media europea. Le retribuzioni contrattuali sono lievemente cresciute e questo può essere un ben se l’inflazione, come viene segnalato, resta moderata e in ripiegamento. Certo è che l’andamento dei prezzi risente molto dell’andamento delle materie prime energetiche. Tuttavia, per l’Istat  “rimane modesta anche l’inflazione di fondo che, calcolata al netto degli energetici e degli alimentari non trasformati, si è attestata allo 0,5%, mettendo in evidenza le limitate spinte inflazionistiche dei fattori endogeni”. Tra l’altro il dato in Italia resta al di sotto della media europea, che supera l’1%. Siamo comunque lontani dal 2% indicato come obiettivo dalla Bce.



ISTAT, L’INDICATORE ANTICIPATORE

Guardando al futuro, per l’Istat “l’indicatore anticipatore si mantiene su livelli elevati anche se si rafforzano i segnali di rallentamento delineando uno scenario di minore intensità della crescita economica”. C’è infatti da segnalare una tendenza ala peggioramento del clima di fiducia di imprese e famiglie. Se in quest’ultimo caso i livelli restano comunque elevati, “l’indice composito del clima di fiducia delle imprese ha evidenziato un peggioramento influenzato dai giudizi negativi delle imprese del commercio mentre quelle delle costruzioni sono le uniche a fornire un quadro positivo. Nel settore manifatturiero il peggioramento della fiducia è attribuibile quasi interamente alla componente degli ordini”. Una tendenza che si spera non trovi conferma nelle prossime rilevazioni.