Sarà un “roastery” il Starbucks che aprirà a settembre in piazza Cordusio a Milano, tipo di locale che esiste solo a Seattle e a Shangai. La sfida super impegnativa del colosso americano (aprire uno Starbucks in Italia è come se una azienda italiana aprisse un MacDonald’s in America) li ha evidentemente obbligati a prendere dei ripari. Il “roastery” infatti è una sorta di torrefazione, sicuramente useranno miscele di fabbricazione italiana e il caffè verrà prodotto in modo che i clienti possano vedere tutte le fasi della lavorazione. Insomma vogliono essere sicuri che gli italiani controllino. E’ inutile dirlo, chiunque ha avuto modo di frequentare uno Starbucks all’estero sa che, per quanto la bevanda possa piacere o no, non ha nulla a che vedere con il caffè italiano. Ma il successo ci sarà sicuramente, per un popolo sempre più esterofilo come il nostro che vede in questo tipo di locali oltre la curiosità il modo per sentirsi più “internazionali” (Agg. Paolo Vites)



IL ROASTERY COME A SEATTLE E SHANGHAI

Starbucks e Nestlè sono pronte a chiudere un accordo da 7,15 miliardi di dollari per far sì che la multinazionale svizzera possa commercializzare alcuni prodotti a marchio Starbucks, specie negli Stati Uniti. L’azienda di Seattle, invece, si prepara a sbarcare in Italia, esattamente a Milano in piazza Cordusio. Il Presidente esecutivo Howard Schultz, intervistato da Seeds & Chips, ha detto che sono stati proprio i bar italiani, con il loro senso di comunità, a ispirare la nascita di Starbucks. Inoltre, ha invitato tutti gli italiani, e i milanesi in particolare, a passare nella nuova roastery una volta che sarà aperta a settembre. “Non vogliamo insegnarvi a fare il caffè, anzi vogliamo farvi vedere cosa abbiamo imparato”, ha aggiunto, evidenziando quindi che l’obiettivo di Starbucks è offrire qualcosa di più, un’esperienza, rispetto al solo caffè. Prodotto che del resto in Italia è una sorta di “istituzione”.



STARBUCKS E NESTLÈ, L’ACCORDO DA 71,5 MILIARDI

Starbucks e Nestlè hanno dato vita a un’operazione miliardaria nel mondo del caffè. La società svizzera ha infatti in programma di chiudere un accordo con la celebre catena di caffetterie Usa per avere i diritti sul marchio Starbucks per la vendita di prodotti a base di caffè in supermercati, ristoranti e attività di catering. Il tutto dietro il pagamento, in contanti, di 7,15 miliardi di dollari. L’intesa dovrà avere il via libera dell’Antitrust Usa e verrà con tutta probabilità definitivamente chiusa entro la fine dell’anno. Nestlè potrà quindi aggiungere il marchio Starbucks per le capsule Nespresso e Doloce Gusto. Inoltre, potrà utilizzare i marchi Seattle’s Best Coffee, Starbucks Via e Torrefazione Italia. L’operazione non prevede il passaggio di assett fissi e questo potrebbe anche contribuire a rendere più veloce il responso delle autorità di controllo della concorrenza.



STARBUCKS E NESTLÈ, IL PESO DELL’INTESA NEGLI USA

L’operazione per Nestlè ha una valenza cruciale per il mercato americano. Utilizzando il marchio Starbucks, infatti, cercherà di insidiare la Jab Holding, società della famiglia Reimann che ha speso più di 30 miliardi di dollari per acquisire Keurig Green Mountain e Peet’s. Da valutare, invece, quello che potrà essere l’impatto dell’accordo nelle altre aree geografiche, dove Nestlè hac comunque già un’importante presenza. “Con Starbucks, Nescafe e Nespresso, riuniamo tre marchi iconici nel mondo del caffè”, ha detto il ceo di Nestle, Mark Schneider, mentre il numero uno di Starbucks, Kevin Johnson, ha evidenziato che “questa alleanza globale nel caffè porterà l’esperienza Starbucks nelle case di milioni di persone in tutto il mondo attraverso la fama di Nestlé”. Come conseguenza dell’accordo, circa 500 lavoratori di Starbucks passeranno sotto Nestlè, anche se le operazioni continueranno a essere condotte dall’azienda di Seattle.