Sta facendo ancora discutere l’altolà arrivato dalla Banca Centrale Europea all’Italia in merito alla proposta del nuovo Governo di smantellare l’impianto della Legge Fornero sulle pensioni. “Troppo rischioso” è il monito che arriva all’esecutivo Lega-M5S che, comunque, dovrebbe tirare dritto sul tema dato che ne ha fatto un cavallo di battaglia del suo programma elettorale. Ad ogni modo, anche nel Bel Paese alcuni esperti di mercato del lavoro e di pensioni, oltre che illustri economisti, da tempo avanzato alcuni dubbi sul superamento di una delle riforme più controverse degli ultimi anni e l’opinione diffusa è che sia difficilmente superabile dal momento che oramai accorciare l’età pensionabile non è più possibile e se il Governo andasse in questa direzione si finirebbe per intaccare un beneficio che per gli attuali pensionati è già basso e che i diretti interessati vedrebbero diminuire ancora. (Agg. di R. G. Flore)
STOP ALL’ITALIA, “CANCELLARE LA FORNERO E’ RISCHIOSO”
Il nuovo report della Banca centrale europea lancia moniti all’azione di governo in Italia, così come in altri Paesi, come la Spagna. Il bollettino, che non è un documento politico, analizza le recenti tendenze macroeconomiche e finanziarie, oltre che alcuni scenari di lungo periodo. Quello più recente pubblicato dalla Bce lancia un’allarme sulle pensioni. «In alcuni Paesi (per esempio Spagna e Italia) sembra esserci un elevato rischio che le riforme delle pensioni adottate in precedenza siano cancellate». E ciò metterebbe a rischio la tenuta del bilancio pubblico, soprattutto dove la demografia gioca nettamente a sfavore, come nel nostro caso. Le prime conseguenze sarebbero infatti una riduzione dei coefficienti pensionistici e un incremento della spesa previdenziale, già molto elevata nel nostro Paese. La Bce evidenzia dunque quanto sia importante «proseguire gli sforzi di risanamento delle finanze pubbliche nel pieno rispetto del Patto di stabilità e di crescita». I paesi con alti livelli di debito devono fare «ulteriori sforzi di consolidamento per condurre stabilmente il rapporto fra debito pubblico e Pil su un percorso discendente, poiché il forte indebitamento li rende particolarmente vulnerabili in caso di futuri rallentamenti dell’attività economica o di nuovi episodi di instabilità nei mercati finanziari».
BCE, DALLE PENSIONI AI DAZI COMMERCIALI
Il bollettino economico della Bce ha anche sottolineato la solidità dell’espansione economica dell’eurozona, nonostante i recenti dati siano inferiori alle attese. I rischi dunque restano «bilanciati», ma le incertezze legate a fattori globali, come il rischio di un aumento del protezionismo, sono diventati più prominenti. Inoltre, il rischio di una «persistente volatilità dei mercati finanziari richiede costante monitoraggio». Nel documento si fa riferimento anche ai dazi. Per la Bce l’applicazione di tariffe commerciali più elevate «rappresenta un rischio per le prospettive economiche mondiali». La Banca centrale europea ha ricordato che le misure attuate finora interessano solo una percentuale esigua del commercio mondiale, quindi l’impatto dovrebbe essere limitato, ma «il rischio di ulteriori misure protezionistiche è aumentato». Questa controversia potrebbe inasprirsi e incidere sulle decisioni di investimento, con potenziali ricadute sulla crescita mondiale. «In prospettiva, il diffuso intensificarsi del protezionismo potrebbe generare rischi considerevoli per l’attività a livello mondiale», scrive ancora la Bce.