È vero, la Banca centrale europea non è un organo politico. Tuttavia fa politica, eccome se la fa. Tanto più da quando al suo timone c’è Mario Draghi. Non si può infatti dimenticare che a “salvare” l’Italia dalla crisi dello spread del 2011-12 più che le politiche di Mario Monti (che anzi hanno fatto precipitare il Pil) è stato l’ormai celebre “whatever it takes” dell’ex numero uno di Palazzo Koch: un annuncio, quello fatto a Londra nel luglio del 2012, che non ha portato vantaggi solamente ai paesi più indebitati come il nostro, ma a tutta l’Europa, Germania compresa. Se i tedeschi lamentano un calo dei rendimenti dei loro risparmi, per via dell’azzeramento dei tassi, non possono però far finta che le loro già pingue casse pubbliche abbiano potuto finanziarsi a costo zero, senza dimenticare che un euro indebolito dal Quantitative easing non ha di certo nuociuto alla loro economia tutta basata sull’export.
Dunque quel che fa e dice la Bce non può essere preso troppo sottogamba, compreso quanto riportato nel suo bollettino economico diffuso ieri: “In alcuni Paesi (per esempio Spagna e Italia) sembra esserci un elevato rischio che le riforme delle pensioni adottate in precedenza siano cancellate”. E per evitare ogni possibile fraintendimento, l’Eurotower ha fatto anche notare che un Paese che ha un debito pubblico elevato come il nostro, in tema di pensioni dovrebbe mettere in atto “ulteriori sforzi di riforma volti a ridurre il previsto aumento della spesa connessa all’invecchiamento demografico”.
Di fronte a queste parole possiamo far finta che vengano da un organo non politico che fa analisi economiche oppure ricordare che nella famosa lettera della Bce all’Italia dell’agosto del 2011 si chiedevano “ulteriori misure di correzione del bilancio”, con l’avvertenza che “è possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l’età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012”. Quale sia stata la riforma delle pensioni presa dal Governo succeduto a quello cui la lettera in questione è stata recapitata è cosa nota a tutti: la Legge Fornero che è andata persino oltre le richieste formulate.
Dunque il messaggio per il Governo Conte è ben chiaro e del resto quello che i “mercati” possono fare lo si è già visto qualche settimana fa quando sembrava che in via XX settembre potesse arrivare Paolo Savona, nome a qualcuno non gradito. Il ministro dell’Economia è quindi diventato Giovanni Tria, a quanto pare già pronto a contenere le richieste di allargare i cordoni della borsa in vista della Legge di bilancio. Lega e Movimento 5 Stelle dovranno quindi accantonare il “superamento” della Legge Fornero? Il Carroccio, via Salvini, sta comunque accrescendo i suoi consensi con la questione migranti, creando più di un grattacapo all’Europa. Ai pentastellati non resta quindi che issare la bandiera del taglio dei vitalizi agli ex parlamentari e lanciare strali contro la berlusconiana Casellati. Tanto né Draghi, né gli altri membri della Bce sono politici: la loro pensione è salva.