Il contrabbando di tabacchi è un fenomeno criminale molto complesso che genera ingenti danni per l’Erario, la salute dei cittadini, la sicurezza del Paese e dell’Unione europea. Al di là della stima annuale del consumo di sigarette illegali in Italia – che si attesta su percentuali del 5-6% di sigarette illecite sul totale in commercio e, dunque, lontano dai picchi registrati nei decenni scorsi e negli altri Paesi Europei – quello del contrabbando di sigarette, ormai, è un tema di urgente attualità geopolitica ed economica internazionale che, per il nostro Paese, assume un ruolo strategico, dal momento che l’Italia è interessata dal fenomeno sia come mercato di destinazione finale sia come area di transito dei commerci illegali da e verso gli altri Stati dell’Unione Europea. Tra questi la Grecia ricopre un ruolo cruciale quale principale hub di transito verso l’Italia di illicit whites, ovvero marchi prodotti lecitamente in Paesi extra UE e contrabbandati sul mercato illecito dei Paesi dell’Unione Europea.



Nel 2016 sono arrivati in Grecia 4 miliardi di sigarette di contrabbando di cui 1,54 miliardi erano costituiti da illicit whites, vendute nel mercato illecito greco ad un prezzo di circa 1,5 euro. I carichi di sigarette arrivano nel paese sia via mare (principalmente dall’Asia e dal nord Africa via Cipro) che via terra (principalmente dai Paesi della Penisola Balcanica e dalla Turchia). Nelle rotte verso l’Italia, i carichi di grandi dimensioni partono solitamente dai porti di Patrasso e del Pireo per raggiungere quelli dell’Adriatico (con particolare frequenza, i porti di Ancona, Taranto e Bari), mentre i carichi di dimensioni più ridotte sono trasportati su piccole e veloci imbarcazioni verso i porti e le spiagge pugliesi (seguendo, ad esempio, la rotta Corfù-Bari). Nonostante questo “attacco” da più fronti, la Grecia resta uno dei Paesi europei dove le autorità locali stanno svolgendo un efficace lavoro di prevenzione, confermato dal numero dei sequestri che ammontano a 1.532 solo nel 2016, per un totale 541 tonnellate di merce sequestrata.



Sono questi alcuni dei dati contenuti nello studio: “Il contrabbando di sigarette come fenomeno transnazionale: flussi e connessioni tra Italia e Grecia”, curato da Andrea Di Nicola (Professore di Criminologia), e Giuseppe Espa (Professore di Statistica Economica), fondatori di “Intellegit”, la start-up sulla sicurezza dell’Università degli Studi di Trento, e realizzato con il contributo di British American Tobacco Italia (BAT Italia).

I risultati dell’indagine sono stati presentati oggi a Roma, presso Il Centro Studi Americani. Ad introdurre la giornata il Sottosegretario di Stato agli Interni On. Carlo Sibilia. Presenti all’appuntamento, moderato dal giornalista Marco Ludovico, oltre ai curatori dell’indagine anche Filippo Spiezia (Vice Presidente di Eurojust), Elisabetta Poso (Direttore ufficio analisi e strategie di controllo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), Luigi Vinciguerra (Capo Ufficio Tutela Entrate del III° Reparto Operazioni del Comando Generale della Guardia di Finanza), Eirini Gialouri (Direttore Generale del Dipartimento Dogane e Accise del Ministero dell’Economia della Repubblica Ellenica), Claudio Bergonzi (Segretario Generale di Indicam) e Paolo Messa, Direttore del Centro Studi Americani, che ha aperto i lavori.



Lo studio, giunto alla sua seconda edizione, incrocia i più recenti dati disponibili dalle diverse fonti in materia (Sun Report KPMG, Empty Pack Survey, Mystery Shopper, Istat, dati BAT, Guardia di Finanza), contiene un’analisi dettagliata delle rotte, dei punti di transito, dei luoghi di consumo e di sequestro delle sigarette di contrabbando in Italia e un focus su alcune delle città più rappresentative del fenomeno. Il rapporto inoltre cataloga, per la prima volta in assoluto, tutti i marchi di illicit whites rilevati sul mercato italiano riportando informazioni sul pacchetto, il produttore, il proprietario del marchio ed eventuali varianti, nonché le città di vendita, il prezzo e la quota di mercato. Si tratta di una catalogazione innovativa, utile a realizzare la prima (e unica a livello UE) fotografia precisa del fenomeno con l’obiettivo di contribuire a contrastarlo in maniera capillare. Lo step successivo, suggerito dai ricercatori e dagli esperti, dovrebbe essere la creazione di un unico database internazionale che possa essere costantemente aggiornato e messo a disposizione di tutti gli Stati – e delle relative forze dell’ordine – per realizzare una comune strategia di contrasto che muova da una unica interpretazione del fenomeno.

“Il fenomeno del contrabbando in Italia mostra un’evoluzione ciclica ma stabile, addirittura in leggero calo rispetto al 2016 (si passa da un’incidenza del 6,4% al 4,3% nel 2017). Un andamento positivo ascrivibile principalmente a due fattori: gli elevati controlli delle forze dell’ordine sul territorio, e delle politiche regolatorie e fiscali equilibrate. Ritengo che questa indagine, che per la prima volta si affaccia al di fuori dei confini Italiani gurdando alla complessa area del Mediterraneo, a conferma della natura transnazionale dei traffici illeciti che oggi più che mai necessitano di un approccio integrato tra pubblico e privato per essere efficacemente contrastati, possa rappresentare un contributo concreto alla lotta al mercato illecito. Sostenendo questo studio vogliamo offrire ad Istituzioni e Forze dell’Ordine il nostro supporto per tracciare le rotte, le modalità e le dimensioni di un fenomeno che assieme possiamo sconfiggere o, quantomeno, tenere costantemente monitorato perché non si riacutizzi”, ha dichiarato Andrea Conzonato, South Europe Area Director di British American Tobacco e AD di BAT Italia.

Se l’Italia si pone al di sotto del consumo illecito della maggior parte degli altri Stati europei, il contrabbando di sigarette resta comunque un fenomeno criminale non privo di conseguenze, sia dal punto di vista fiscale che per la salute dei cittadini. Un fenomeno che, per l’appunto, ogni anno causa mancati introiti erariali per le casse dello Stato di circa 1 miliardo di euro, senza considerare le implicazioni che prodotti non garantiti e controllati possono avere per la salute del consumatore.

“Il fenomeno del contrabbando ha evidentemente una dimensione transnazionale, basti pensare che all’UE il mercato nero del tabacco costa ogni anno 10 miliardi di euro di mancati introiti da imposte e dazi e, di questi, 1 miliardo è il costo dell’evasione imputabile all’Italia. L’aumento dei rischi per la salute dei consumatori è legato soprattutto all’aumento spropositato della presenza di sigarette illicit whites che ad oggi rappresentano oltre il 60% del totale delle sigarette sequestrate in Italia. Questa particolare tipologia sfugge alle procedure ispettive sulla genuinità del prodotto disciplinate dalle normative italiane ed europee. Un ulteriore fattore di complessità sta nella fisionomia del fenomeno del contrabbando. Quanto alla diffusione geografica, le macro aree di provenienza delle sigarette di contrabbando diffuse in Italia sono tradizionalmente costituite dai Paesi dell’Est Europa via terra (Ucraina, Bielorussia e il corridoio della Transnistria, in primis), dalla Cina e dal Vietnam via mare (attraverso la Grecia e poi da lì in altri Stati europei), dal Nord Africa (Egitto, Tunisia e Libia) e, negli ultimi anni, anche dal Medio Oriente (Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita). Se per i tabacchi lavorati esteri introdotti in maniera illegale nel nostro Paese la tecnologia in dotazione all’ADM e l’analisi dei rischi possono fare la differenza, per le sigarette introdotte passando illecitamente fuori dai varchi doganali, come ad esempio gli ‘spalloni’ dalla Svizzera o gli scafisti dall’Albania e Montenegro, è necessario attivare un controllo capillare del territorio da realizzarsi in stretto contatto con la Guardia di Finanza. I dati confermano poi che i prodotti generalmente in vendita in Paesi a bassa fiscalità (Ucraina e Moldavia su tutti), unitamente ai deboli controlli interni sulla catena di distribuzione, vengono dirottati in mercati illegali di Stati con fiscalità più alta (Europa Nord occidentale, ad esempio), permettendo così una alta rimuneratività per le organizzazioni criminali. È per questi motivi che uno studio come questo, che consente di tracciare gli snodi della filiera, può essere uno strumento cruciale per la lotta al contrabbando e ai reati ad esso connessi”, ha scritto nella prefazione allo studio Giovanni Kessler, Direttore dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ADM).

Studiando l’andamento e il contenuto dei sequestri nel 2017, i marchi di illicit whites provenienti dalla Grecia e più presenti in Italia sono stati Regina, Marble, Pine, Minsk e Mark1, i cui prezzi oscillano tra un minimo di 2,5 euro ad un massimo di 3,5 euro. Tra i marchi noti principalmente presenti nel mercato illecito Marlboro (20%), Winston (6%), Rothmans e Chesterfield (3-4%), L&M (3%): il prezzo sul mercato illecito oscilla tra un minimo di 2,5 euro (soprattutto per le varianti slims o superslims) e i 4 euro. Più in generale, il prezzo medio di un pacchetto di sigarette in Italia supera di oltre 4 euro quello di un pacchetto ucraino, moldavo e bielorusso (Paesi extra UE) e di oltre 1,5 euro quello di un pacchetto polacco (Paese UE). 

“Per la Grecia il contrasto al contrabbando è diventato una delle priorità strategiche del Governo, questo alla luce sia degli introiti persi a causa del mancato pagamento di tasse e dazi doganali, sia del proliferare di associazioni criminali che, proprio dal contrabbando, traggono una fonte di sostentamento per i loro traffici illeciti. Il nostro Paese è per la sua stessa conformazione e posizione geografica un hub di arrivo, transito e smistamento dei prodotti di contrabbando, in particolare dal Nord Africa e dall’Asia verso l’Europa o da Paesi dell’Europa dell’Est verso il resto dell’Europa centrale e settentrionale. Per questo il nostro dipartimento si è dotato di un sofisticato sistema di analisi del rischio che ha consentito di agevolare l’individuazione di carichi sospetti, e delle più moderne tecnologie per l’analisi dei container e dei loro carichi. Infine, grazie a operazioni congiunte tra Dogane, Guardia Costiera e Forze dell’Ordine, abbiamo ottenuto risultati eccellenti come la scoperta di una fabbrica illegale nell’Attica che produceva sigarette destinate ai mercati esteri”, ha dichiarato Eirini Gialouri, Direttore Generale Dip.to Dogane e Accise del Ministero dell’Economia greco.

“Il contrabbando di sigarette si conferma uno dei più diffusi fenomeni criminali con carattere di transnazionalità e come tale anche il suo contrasto deve agire allo stesso livello. Alle attività di intelligence ad ampio spettro, in grado di fornire indicazioni il più possibile precise usando un’appropriata analisi del rischio, è necessario che seguano misure investigative e giudiziarie, su scala europea e globale, per identificare e contrastare i vari attori, gli intermediari, ed identificare le rotte del contrabbando e della contraffazione di sigarette. In questo contesto, la nascita del primo e unico database di illicit whites, mette a disposizione dell’intelligence un utile strumento per il contrasto del contrabbando destinato a fare scuola in Europa”, ha concluso Filippo Spiezia, Vice Presidente di Eurojust.