Si è svolto a Milano il convegno “Crescita e stabilità nei dieci Paesi dell’ASEAN”, promosso da Nctm Studio Legale e Associazione Italia-ASEAN. E’ stata offerta un’occasione per un confronto sulle politiche verso i Paesi del Sud-Est asiatico – Thailandia, Indonesia, Filippine, Malaysia, Brunei, Vietnam, Cambogia, Laos, Singapore, Myanmar.



Al workshop hanno partecipato: Enrico Letta presidente dell’Associazione Italia—ASEAN, Massimo Carboniero, Presidente UCIMU (Associazione Costruttori Italiani Macchine Utensili), Paolo Gallarati, Partner Nctm, Maurizio Ghirga, Senior Director International Relations and Economics Directorate Banca d’Italia, Paolo Montironi, Senior Partner Nctm, Romeo Orlandi, Vice Presidente Associazione Italia-ASEAN, Michelangelo Pipan, Vice Presidente Esecutivo Associazione Italia-ASEAN, Stefano Poliani, Head of Research & Business Development Tuvia Italia.



I dieci paesi dell’ASEAN valgono oggi l’1,9% del valore totale dell’export italiano. Si tratta della seconda posizione in Asia, dopo la Cina e davanti a colossi economici come il Giappone (1,4%), Hong Kong (1,4%), Corea del Sud (1%) e India (0,8%): un bacino di 650 milioni di abitanti che vanta una redditizia combinazione di crescita e stabilità. Il tasso di crescita si attesta da molti anni tra il 5 e il 6% di incremento annuale del Pil. La stabilità si estrinseca nella garanzia di un’evoluzione pacifica e costante in un’area solcata da dispute commerciali e da tensioni crescenti per la politica assertiva della Cina nel Pacifico. In considerazione dell’obiettivo di diversificare le destinazioni dell’export nazionale, il Sud-Est asiatico rappresenta, quindi, sempre di più una necessità prima ancora che una scelta, all’interno di un contesto di relazioni collaborative con l’Italia. Nei Paesi dell’ASEAN, consuetudini e norme commerciali sono rispettate, l’inglese è diffuso, la capacità di spesa della popolazione cresce sensibilmente anno dopo anno, con una diversità nei 10 Paesi che genera articolate combinazioni di commercio e di investimenti per le imprese italiane.



Enrico Letta, Presidente dell’Associazione Italia-ASEAN, ha dichiarato: “I dieci Paesi dell’ASEAN oggi rappresentano l’1,9% dell’export italiano, subito dopo la Cina, con un’espansione della classe media che vuole certificare il proprio nuovo status socio-economico con una spinta verso l’acquisto e la fruizione di beni di importazione, ad esempio l’intero sistema-casa italiano. Appaiono quindi rilevanti le potenzialità da cogliere per le imprese italiane nella regione del Sud-Est asiatico, un mercato potenziale che oggi conta quasi 650 milioni di abitanti”.