Il Milan ha un nuovo consiglio di amministrazione e un nuovo presidente. Il numero uno del Diavolo da qualche ora a questa parte è Paolo Scaroni, uno dei top manager italiani, nonché ex presidente di quello che è considerato il Vicenza dei miracoli (anni ’90). La notizia di Scaroni come nuovo presidente del Diavolo non è di certo una novità, e già lo scorso ottobre, quando si ventilava la possibilità che l’ex Yonghong Lì vendesse la società, si faceva il suo nome. Del resto Scaroni era da tempo nel cda Milan e l’associazione, essendo lui stesso un grande tifoso del club meneghino, veniva naturale. Fino ad ottobre, però, Scaroni negava il tutto: «Nel Milan c’è un unico proprietario, è presidente della società e non è in discussione in alcun modo il ruolo di presidente. Se mai dovesse porsi il problema non è il mio mestiere fare il presidente di una squadra di calcio – diceva all’agenzia Ansa – io sono tifoso del Vicenza». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PAOLO SCARONI NUOVO PRESIDENTE DEL MILAN

Il Milan ha un nuovo Presidente. Si tratta di Paolo Scaroni. Sono state quindi confermate le voci che negli ultimi giorni volevano il Fondo Elliott propendere per l’ex amministratore delegato di Enel ed Eni quale guida per la prima squadra calcistica di Milano. Nato a Vicenza nel 1946, Scaroni era già nel Consiglio di amministrazione della società. Inoltre, direttamente Silvio Berlusconi gli aveva ceduto delle azioni. C’è anche da dire che questa non è la sua prima esperienza da Presidente di una squadra di calcio. Dal 1997 al 1999 è stato infatti alla guida del Vicenza. Le sue prime esperienze manageriali risalgono a metà degli anni Ottanta, quando diventa Amministratore delegato della Techint. I ruoli più importanti li ha avuti però alla guida di Enel ed Eni nei primi anni Duemila. Non deve sfuggire che si tratta di due società partecipate dal Tesoro e che la nomina avvenne durante gli anni del Governo Berlusconi (2001-2006).



I GUAI GIUDIZIARI

Paolo Scaroni è balzato alle cronache anche per delle vicende giudiziarie. Negli anni Novanta venne infatti coinvolto nella celebre inchiesta Mani pulite: ne uscì con un patteggiamento della pena pari a un anno e 4 mesi. Venne anche processato per il caso della centrale Enel di Porto Tolle e l’inquinamento del Delta del Po. Inoltre, è stato coinvolto in un’inchiesta per corruzione internazionale con riferimento agli anni in cui è stato a guida dell’Eni. Dopo la sentenza del Tas che ha riammesso il Milan in Europa League, la società rossonera cercherà quindi il riscatto. Resta da vedere quali tipo di operazioni tenterà sul mercato. Il Fondo Elliott non ha certo il compito di gestire società di calcio, quindi cercherà probabilmente di rendere il Milan appetibile per un compratore. Potrebbe però volerci del tempo.

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