E’ sicuramente stata una buona notizia per i mercati europei, l’accordo sui dazi tra Juncker e Trump che ha stemperato un po’ la tensione tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Le borse respirano con Francoforte che ha guadagnato l’1,83%, Parigi l’1% e Madrid lo 0,79% (piatta invece Londra, +0,06%). Bene anche il Ftse Mib, che ha chiuso gli scambi con un +1,4% a 21.862 punti. Indicazioni sicuramente positive che si allineano con la fiducia espressa dalla Germania riguardo l’accordo. Titoli in crescita ma ora i mercati dovranno essere ulteriormente rassicurati per riuscire a mettere al sicuro le prospettive commerciali d’oltreoceano dell’Unione Europea. Questo nonostante lo scetticismo francese, che non sembra però condiviso in nessun modo dalle principali Borse europee. (agg. di Fabio Belli)
LA FRANCIA E’ SCETTICA
La “vecchia” partita sull’egemonia in Europa continua: se un accordo commerciale (ma anche politico, economico, fate voi) piace a Parigi, sarà Berlino a lamentarsi. Se invece, come in questo caso, è la Germania a “plaudere” all’accordo raggiunto a Washington, non attende un attimo la Francia a contestarne l’esito: Angela Merkel gradisce l’accordo-tregua sui dazi, facendo dire al suo Ministro degli Esteri Maas «L’Europa ha dimostrato che non si lascia dividere. E l’abbiamo visto: quando l’Europa è unita la nostra parola ha un peso». Berlino è infatti positivo, anche se non ha ottenuto ancora un approccio “utile” sul fronte auto – ma il tempo per trovare un accordo con Trump c’è ancora – mentre a gettare dubbi sul piano Juncker-Trump è proprio quella Francia di Macron impelagata ancora nell’affaire Benalla. «Chiediamo chiarimenti sull’accordo: Una buona discussione commerciale – avverte il ministro degli Esteri Le Maire – può avvenire solo su basi chiare e non può essere condotta sotto pressione. Poi l’agricoltura deve restare fuori dalle discussioni perchè le barriere non tariffarie agricole non sono negoziabili: abbiamo norme sanitarie, alimentari e ambientali elevati così come regole di produzioni alle quali siamo attaccati che garantiscono la protezione e la sicurezza dei consumatori».
DRAGHI, “BUON SEGNO L’ACCORDO”
Secondo il Presidente del Banca Centrale Europea, Mario Draghi, nel giorno in cui annuncia la fine del QE per fine dicembre, le evoluzioni dell’accordo tra Ue e Usa sul commercio sono un ottimo segnale: «L’intesa annunciata ieri dopo il vertice fra il presidente Donald Trump e quello della Commissione Ue Jean-Claude Juncker è un buon segno, mostra che c’è di nuovo la volontà di discutere del commercio in una cornice multilaterale». La Bce dichiara inoltre di aver preso “nota” delle dichiarazioni di Washington in attesa che venga il tutto ratificato su documento ufficiale: intanto a Piazza Affari e sulle principali altre piazze dei mercati europei hanno reagito bene all’allontanamento dei dazi. Secondo i dati di Borsa Italiana, Milano guadagna l’1,14%, in Germania l’indice tedesco avanza dell’1,47%, mentre il Cac40 di Parigi vede un rialzo dello 0,42%. Il tutto appena poco dopo le parole di Trump che rilanciavano «L’obiettivo è zero tariffe, zero barriere commerciali, zero sussidi su beni industriali che non siano le auto». (agg. di Niccolò Magnani)
ACCORDO JUNCKER-TRUMP
Sembra evitata la guerra commerciale tra Usa e Ue. Jean-Claude Juncker e Donald Trump, infatti, hanno annunciato di aver raggiunto un’intesa per far sì di arrivare a una situazione in cui non ci siano barriere sui beni industriali. Alla vigilia non c’era ottimismo, soprattutto da parte del Presidente americano, che aveva come al solito cominciato a spiegare via Twitter quale fosse la sua intenzione e la sua sensazione. Trump non aveva nascosto di essere convinto che l’Ue non fosse disponibile a impegnarsi per raggiungere un traguardo tanto importante. Il Presidente della Commissione europea, da parte sua, ha spiegato che era venuto a Washington proprio per raggiungere un accordo ed è quindi stato molto soddisfatto dall’esito dei colloqui. Sembra così evitata l’escalation che avrebbe potuto portare a nuovi dazi da parte di Bruxelles e a una risposta degli Usa, che sarebbe potuta essere molto pesante visto che si era parlato di introdurre i dazi anche per le automobili.
SULLE AUTO SI RISCHIANO ANCORA DAZI
Tuttavia dall’accordo sono stati esclusi proprio gli autoveicoli. Da un certo punto di vista la minaccia di dazi su questi beni rappresenta la vera arma in mano a Trump, soprattutto per colpire la Germania, accusata in più occasioni di avere un eccesso surplus commerciale, che si scarica anche sulla bilancia dei pagamenti di Washington. Dunque l’intesa raggiunta non disinnesca del tutto la minaccia di una guerra commerciale, senza dimenticare che ultimamente il Presidente Usa sembra cambiare idee e posizione in maniera repentina. Non va dimenticato che non molto tempo prima dell’introduzione di dazi contro la Cina era stata firmata una sorta di “tregua” per lavorare a un accordo cui lo stesso Trump guardava con favore. Il Presidente aveva scritto su Twitter: “Le barriere e i dazi scenderanno per la prima volta”.