Tra le varie ipotesti che ricostruiscono la dinamica della morte di Sergio Marchionne, sembra comunque chiaro che al di là della malattia che rappresenta il vero motivo della dipartita dell’ormai ex ad di FCA, ci siano state complicazioni post-operatorie nell’intervento effettuato in Svizzera alla spalla a far precipitare la situazione. Sembra infatti che a causa della difficile situazione clinica a causa della presenza di un sarcoma polmonare, durante l’intervento Marchionne sia stata vittima di un’embolia, una bolla d’aria che ha raggiunto il cuore causando l’arresto cardiaco indicato dalla famiglia come causa primaria del decesso. Un rischio operatorio è presente in tutti gli interventi, ma la situazione già difficile per Sergio Marchionne ha sicuramente complicato le cose, facendo precipitare il quadro clinico. (agg. di Fabio Belli)
“SI TEME PERDITA FIDUCIA INVESTITORI”
Non solo “rischi” di strategie e di calo dell’inventiva ai vertici di Fca, ma anche problemi in sede di mercati e investitori: l’esperto contattato dal Sole 24 ore, William Rosenstadt, lancia un altro allarme per il futuro del post-Marchionne (dopo gli altri che potete leggere qui sotto, ndr). «La Sec», ovvero la Consob americana – «può esaminare informalmente simili vicende e però non commenta mai prima di eventuali vere indagini, che richiederebbero comunque tempo. Potrebbe inoltre esaminare confidenzialmente se esistano sospetti di insider trading, guardare a pattern negli scambi dei titoli». Sul fronte investitori, il rischio sottolineato dall’avvocato di Ortoli- Rosenstadt a New York spiega ai colleghi del Sole «per presentare un ricorso in sede civile non occorrono prove certe. Anche se diverso sarebbe tuttavia prevedere la fondatezza e l’esito si simili denunce. A motivare alcuni investitori possono essere le perdite sul mercato azionario, se i titoli non recuperano. La domanda può diventare se sarebbe stato possibile evitare simili perdite con una maggior trasparenza, una disclosure». (agg. di Niccolò Magnani)
RIZZO, “ERA UN RICATTATORE”
Secondo l’avvocato specializzato in diritto aziendale dello studio legale Ortoli-Rosenstadt, intervistato questa mattina dal Sole 24 ore, il presunto silenzio di Fca sulla malattia di Sergio Marchionne «potrebbe costare molto caro» viste le dure regole della Sec (la Consob americana). «Nel caso di Fca e di Sergio Marchionne credo che il fatto (della sua malattia, ndr) avesse importanza materiale, data la rilevanza del Ceo per il gruppo. Che quindi, a mio avviso, l’azienda avrebbe dovuto comunicarlo quando ne fosse venuta a conoscenza. L’azienda però nega di aver saputo nulla e se è così, ovviamente, decadono gli interrogativi su eventuali obblighi», spiega William Rosenstadt. Nel frattempo, tornando in “casa nostra”, fanno discutere eccome le dichiarazioni del segretario del Partito Comunista, Marco Rizzo: «Chi ha avuto l’opportunità anche solo di seguire le sue interviste, che hanno attraversato a reti unificate i palinsesti televisivi e giornalistici in questi giorni, si è reso conto che il suo unico valore (anche onesto nella sua crudezza) era il business, il mercato, la globalizzazione capitalistica e che, ad esso, era utile sacrificare ogni libertà sociale ed anche individuale». Intervistato da Affari Italiani, Rizzo va ancora più pesante contro Marchionne: «ha costituito le basi per l’attacco definitivo al contratto di lavoro nazionale, condito con caratteri coercitivi e repressivi, come le minacce di licenziamento ai militanti comunisti e sindacali così come ai dipendenti in malattia, i turni massacranti, le pause praticamente azzerate (coi dipendenti di fatto obbligati a urinarsi addosso) e poi i reparti confino, i riposi forzati e la cassa integrazione». (agg. di Niccolò Magnani)
L’IPOTESI CHOC SULLA MORTE
Mentre la Consob continua le indagini “di rito” per provare a ripercorrere tutto l’iter medico fino alla morte di Marchionne, spunta una ipotesi lanciata da un medico – il Dottor Massimo Finzi – per la rivista online Dagospia (specializzata, come ben sapete, in retroscena, rumors e scandali). Secondo Finzi, ad uccidere Marchionne potrebbe essere stata una lunga malattia “aumentata” dai continui viaggi in aereo: sebbene esordisca così, «Difficile se non impossibile risalire alla malattia che ha stroncato la vita di Sergio Marchionne: troppo pochi gli elementi filtrati attraverso un rigoroso riserbo sanitario e familiare», il dottore prova a valutare i pochi dati emersi in questi giorni sulle condizioni di salute dell’ex ad Fca. «I viaggi aerei intercontinentali che non rappresentano solo un problema di sonno legato al jet lag ma comportano una serie di disturbi, di solito temporanei, che dipendono dal numero di fusi orari attraversati, dalla direzione est-ovest e soprattutto dalla frequenza con la quale i ritmi circadiani vengono alterati»: secondo ancora Finzi, sono numerosi gli studi che documentano il nesso tra stress, malattie auto-immuni e cancro (in questo caso sarebbe stato al polmone). In sintesi, «Fumo, disallineamento prolungato tra orologio endogeno e ambiente esterno, stress continuo: tutti fattori che hanno svolto un ruolo sfavorevole nella patologia che ha ucciso Sergio Marchionne». (agg. di Niccolò Magnani)
INDAGINI ANCHE A WALL STREET
Rischia di diventare un giallo la morte dell’ex AD di FCA, Sergio Marchionne. L’organismo di controllo della Borsa, la Consob, vuole saperne di più sul fatto che nessuno, apparentemente, sapesse della malattia che aveva colpito il manager. Il fatto è che, dicono gli esperti, la malattia da cui era stato colpito poteva influire sul prezzo delle azioni. Per la Consob si tratterebbero di indagini di routine. Ma indaga anche la Securities and Exchange Commission, la Consob americana, dato che Fca è quotata anche a Wall Street. L’organo di controllo ha fatto sapere che tecnicamente “le società non sono tenute a rivelare problemi di salute dei dirigenti” (Agg. Paolo Vites)
LE PAURE DI PIAZZA AFFARI
La malattia di Sergio Marchionne non era nota ad Alfredo Altavilla. L’ex responsabile Emea di Fca, che si è dimesso lunedì scorso, ha infatti spiegato che era all’oscuro dello stato di salute dell’ex Ceo del gruppo. Diversamente, ha spiegato, avrebbe avvisato gli organi societari competenti in materia di compliance. Dunque sembrerebbe confermato il fatto che in azienda nessuno sapesse della grava malattia del manager. Intanto però non mancano delle voci circa le motivazioni delle dimissioni di Altavilla. Nei giorni scorso Dagospia aveva infatti spiegato che il manager avrebbe cercato di farsi nominare successore di Marchionne, minacciando in caso contrario di andarsene. Dato che la scelta del nuovo Ceo è ricaduta su Mike Manley, a quel punto Altavilla avrebbe tenuto fede a quanto detto qualche ora prima.
MALATTIA MARCHIONNE, VERIFICHE CONSOB SU FCA
Sulla malattia di Sergio Marchionne sembra siano accessi i riflettori della Consob. Dopo che la clinica dell’Università di Zurigo, dove il Ceo di Fca si è fatto operare un mese fa, ha spiegato che l’uomo era in cura da ormai un anno per una malattia grave, sui media è rimbalzata la notizia, appresa “da fonti vicine alla commissione”, secondo cui la Consob starebbe compiendo delle verifiche per capire se ci siano stati comportamenti illeciti da parte di alcuni investitori. La malattia di un top manager è infatti uno dei cosiddetti eventi “price sensitive”, in grado cioè di influenzare l’andamento del titolo. Se qualcuno avesse avuto un’informazione “privilegiata” e avesse operato sul mercato grazie a essa, avrebbe potuto trarne un vantaggio illecito. Non c’è alcun comunicato della Consob sull’argomento, perciò basandosi sempre sulle informazioni che vengono riportate dagli organi di stampa, sembrerebbe che questa “indagine” della commissione sia di routine in casi come questi, come pure nel momento in cui, per esempio, si apprende di un’Opa che viene lanciata su un titolo.
MALATTIA MARCHIONNE, AL LAVORO ANCHE LA SEC
A quanto pare le indagini sarebbero state aperte anche dalla Sec, l’autorità di vigilanza dei mercati Usa, visto che Fca è quotata anche a Wall Street. Probabile che i controlli non riguardino solo Fca, visto che Marchionne non aveva cariche solo nel gruppo del Lingotto. In ogni caso, come ha fatto sapere la compagna del manager, Manuela Battezzato, sembra che nessuno sapesse della malattia dell’uomo, nemmeno tra gli altri manager del gruppo Fca. C’è da dire però che già una decina di giorni fa erano cominciate a circolare voci sullo stato di salute di Marchionne, visto che aveva disdetto alcuni appuntamenti. Qualcuno potrebbe quindi aver operato sui titoli di Fca e Ferrari, basandosi però su indiscrezioni e non su certezze, una sorta di scommessa al buio come ce ne possono essere altre tra gli investitori. Vedremo quindi se ci sarà una presa di posizione ufficiale della Consob sul caso e se verranno compiuti degli approfondimenti sui cali del titolo Fca che ci sono stati alcuni giorni prima della convocazione dei cda straordinari al Lingotto.