PIAZZA AFFARI, LA CHIUSURA

La Borsa italiana chiude in calo dello 0,3% e sul listino principale troviamo in rosso Atlantia (-5,39%), Banca Mediolanum (-0,33%), Banco Bpm (-2,59%), Banca Generali (-1,07%), Bper (-0,94%), Buzzi (-1,65%), Fca (-0,13%), Generali (-0,41%), Intesa Sanpaolo (-0,88%), Intesa Sanpaolo (-0,88%), Mediaset (-5,74%), Mediobanca (-2,62%), Moncler (-0,32%), Prysmian (-1,33%), Snam (-0,05%), Stm (-0,94%), Telecom Italia (-0,2%), Tenaris (-0,5%), Ubi Banca (-1,53%) e Unicredit (-2,04%). I rialzi più consistenti sono quelli di Azimut (+0,91%), Brembo (+0,71%), Campari (+0,81%), Cnh Industrial (+0,8%), Enel (+0,72%), Eni (+0,98%), Exor (+0,77%), Fineco (+1,05%), Leonardo (+1,73%), Luxottica (+0,6%), Poste italiane (+1,05%), Recordati (+0,88%), Saipem (+3,85%), Terna (+0,74%), Unipol (+4,03%) e UnipolSai (+2,05%). Fuori dal listino principale Chl chiude con un +10%, mentre Reno De Medici cede il 5,76%. Il cambio euro/dollaro scende verso quota 1,135, mentre lo spread tra Btp e Bund si attesta a 272 punti base.



PIAZZA AFFARI, AGGIORNAMENTO DELLE ORE 15:40

La Borsa italiana cede lo 0,3% e sul listino principale troviamo in rosso Atlantia (-5,2%), Banca Mediolanum (-1,2%), Banco Bpm (-2,7%), Banca Generali (-0,6%), Bper (-0,7%), Buzzi (-2,6%), Fca (-0,5%), Generali (-0,8%), Intesa Sanpaolo (-1,1%), Italgas (-0,7%), Mediaset (-6,2%), Mediobanca (-2,5%), Prysmian (-1,1%), Stm (-0,5%), Tenaris (-0,3%), Terna (-0,1%), Ubi Banca (-2,3%) e Unicredit (-1,3%). Exor, invece, si trova in parità. I rialzi più consistenti sono quelli di Azimut (+2%), Campari (+0,9%), Enel (+0,8%), Eni (+1,1%), Fineco (+1,3%), Leonardo (+1,4%), Poste italiane (+0,7%), Recordati (+0,9%), Saipem (+4%), Unipol (+3%) e UnipolSai (+1,9%). Fuori dal listino principale Chl sale del 10%, mentre Grifal cede il 5,1%. Il cambio euro/dollaro scende sotto quota 1,14, mentre lo spread tra Btp e Bund si trova sotto i 273 punti base.



PIAZZA AFFARI, AGGIORNAMENTO DELLE ORE 10:45

La Borsa italiana guadagna lo 0,2% e sul listino principale troviamo in rosso Banca Mediolanum (-1%), Banco Bpm (-1,2%), Banca Generali (-0,4%), Bper (-0,6%), Buzzi (-1,6%), Fca (-0,2%), Italgas (-0,5%), Mediaset (-3,9%), Mediobanca (-2,2%), Prysmian (-0,1%), Recordati (-0,1%), Stm (-1,2%), Tenaris (-0,9%), Ubi Banca (-1,7%) e Unicredit (-0,2%). I rialzi più consistenti sono quelli di A2A (+0,6%), Azimut (+1,6%), Cnh Industrial (+1,3%), Enel (+0,6%), Leonardo (+1,7%), Luxottica (+1,1%), Moncler (+0,8%), Poste italiane (+1,5%), Saipem (+2,7%), Telecom Italia (+1%), Unipol (+2,8%) e UnipolSai (+2,1%). Fuori dal listino principale Chl sale del 13,6%, mentre Ades cede il 3,6%. Il cambio euro/dollaro si trova a quota 1,14, mentre lo spread tra Btp e Bund scende sotto i 270 punti base.



PIAZZA AFFARI GUARDA AI 21.000 PUNTI

Ultima giornata di contrattazioni a Piazza Affari oggi prima della pausa per Ferragosto. Pochi i dati macroeconomici in agenda, provenienti praticamente dalla sola Europa. Già alle 8:00 dalla Germania arriveranno il Pil del secondo trimestre, con il consensus al +0,4% e l’indice dei prezzi al consumo di luglio, previsto in aumento del 2,1%. Alle 11:00, sempre dalla Germania, la diffusione dell’Indice Zew per il mese di agosto, previsto in calo. Alla stessa ora, saranno diffusi i dati sul Pil europeo del secondo trimestre (previsto in aumento dello 0,3%) e sulla produzione industriale del mese di giugno (che dovrebbe scendere dello 0,5%). A tenere banco sarà comunque ancora la situazione della Turchia.

Ieri, infatti, la Borsa italiana ha chiuso in calo dello 0,58%, fermandosi a 20.969 punti, recuperando soprattutto nella parte finale della seduta. La lira turca ha recuperato anche un po’ di terreno sul dollaro, tuttavia è presto per dire se “l’emergenza” sia passata. Sul listino principale hanno perso parecchio terreno le banche, specie Banco Bpm (-3%), Ubi Banca (-2,9%) e Unicredit (-2,6%). Pesante anche il -2,7% di Leonardo. Tra i rialzi da segnalare il +2,4% di Azimut e il +2,3% di Unipol. Lo spread è salito ancora, raggiugendo i 277 punti base. Anche oggi, sicuramente, si guarderà molto al differenziale tra i Btp e i Bund a dieci anni.