Ora che la Turchia è sparita dai radar della grande informazione (tranquilli, come vi ho detto, appena il real brasiliano romperà quota 4 sul dollaro Usa, l’allarme per l’indebitamento dei mercati emergenti in biglietti verdi tornerà prepotentemente alla ribalta e allora anche i grandi analisti torneranno a vergare verità ex post), meglio spostarsi subito sul prossimo focus geopolitico. In molti pensano che saranno due i momenti cardine per il futuro dell’Ue: le elezioni in Baviera di metà ottobre e il 26 maggio del prossimo anno, data nella quale – alle ore 23 – tutti i Paesi interessati dalle elezioni europee cominceranno in contemporanea lo spoglio delle schede. Ebbene, cari amici, un test molto sottovalutato ma decisamente interessante ci offrirà invece un proxy molto prima, esattamente il 9 settembre, quando la Svezia si recherà alle urne. Un test che, con le debite differenze socio-culturali e di dimensioni geo-demografiche del Paese, sembra la fotocopia in chiave scandinava della situazione italiana. 



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