Postino abusivo: in sostanza è questa l’accusa rivolta ad Amazon da parte di Agcom che ha combinato una multa di 300mila euro all’azienda americana. Il problema è che Amazon, secondo l’accusa, non ha il permesso per fare consegne. E’ curioso che se ne accorgano solo ora e dopo anni di servizi di consegna, ma forse è l’invidia per la precisione e l’affidabilità delle consegne di Amazon, puntualissime 24 ore dopo l’ordine, cosa che purtroppo non si può dire del servizio postale italiano. D’altro canto i mega colossi dell’e-commerce non pagano neanche le tasse nei paesi europei, o stanno cominciando a mettersi in regola solo adesso, dopo aver accumulato miliardi senza che nessuno dicesse nulla (Agg. Paolo Vites)



SERVIZIO POSTALE ABUSIVO

Amazon si riserva ora di valutare quelle che sono state le risultanze dell’AgCom, che ha di fatto accusato il colosso delle spedizioni di effettuare attività da “ufficio postale” senza i dovuti permessi. Amazon si è sempre dimostrata disposta ad adattarsi alle leggi di tutti i paesi nei quali opera, e soprattutto è stata sempre desiderosa di cooperare con le autorità in caso di irregolarità emerse, proprio per allargare il più possibile il raggio di azione dei propri affari. L’azienda ha però affermato di aver già contattato AgCom rispondendo punto per punto alle eccezioni avanzate: in ballo non ci sono soltanto i 300mila euro della multa inflitta, ma la possibilità di poter continuare ad agire liberamente in Italia sul campo delle spedizioni di qualsiasi tipo di articolo, che rappresenta il core business dell’azienda fondata da Jeff Bezos. (agg. di Fabio Belli)



AVVIATA ANALISI DEL MERCATO DELIVERY

Amazon non si occupa solo di e-commerce ma svolge anche attività postali, come logistica, consegna pacchi o gestione di centri di recapito. E tutto ciò senza alcun titolo autorizzativo. Lo ha rilevato l’Agcom, che ha comminato una sanzione complessiva di 300mila euro alle tre società di Amazon. Per la precisione, una multa di 50 mila euro è stata comminata ad Amazon Italia Logistica, una di 100mila ad Amazon Italia Transport e infine una di 150mila ad Amazon Eu. Agcom ha anche avviato una analisi di mercato sui servizi di consegna dei pacchi per valutarne le prospettive concorrenziali e gli effetti sulla regolamentazione esistente nonché su eventuali rimedi idonei a ripristinare condizioni concorrenziali a tutela del benessere degli utenti. L’analisi, spiega Agcom, nasce «dalla necessità di esaminare gli effetti della crescita del commercio elettronico sul mercato dei servizi postali». Antonio Nicita, relatore del provvedimento, ha spiegato che così «l’Autorità valuterà in che modo le piattaforme di vendita on-line e le nuove imprese di coordinamento logistico siano in grado di influenzare le dinamiche competitive e i modelli tradizionali di impresa del mercato dei servizi di consegna dei pacchi e per questa via possano avere effetti anche sulla regolamentazione attuale e futura». La ricaduta più immediata del titolo di operatore postale riguarda i contratti: Amazon dovrà inquadrare i dipendenti con stipendi e regole dei corrieri. (agg. di Silvana Palazzo)



AMAZON, MULTA DI 300MILA EURO DA AGCOM

Una multa “divisa” in 3 e da cifre oggettivamente “minoritarie” per Amazon, ma quanto deciso dall’Agcom potrebbe avere un valore più simbolico che economico nel sanzionare l’azienda leader in Italia e nel mondo nel settore e-commerce. L’Autorità Garante per le comunicazioni ha infatti multato di 300mila euro le tre società del colosso Usa di Jeff Bezos, Amazon Italia Logistica, Amazon Italia Transport e Amazon Eu (rispettivamente, 50mila, 100mila e 150mila) per aver svolto «attività postali, vale a dire il servizio di consegna dei pacchi, senza la prevista autorizzazione». L’ordinanza di ingiunzione è stata pubblicata oggi dall’Agcom dove si legge anche «le condotte illecite accertate riguardano, in particolare, l’organizzazione di una rete unitaria per svolgere il servizio di consegna dei prodotti di venditori terzi e la gestione dei punti di recapito (locker)», riporta Repubblica. L’accusa e la sanzione, ripetiamo, non è importante tanto per la cifra (probabilmente 300mila euro Amazon le guadagna in un’ora di lavoro in tutto il mondo, e siamo stati larghi) ma per il significato che ricopre: in questi anni infatti il colosso dell’e-commerce ha sta facendo, almeno in Italia, il corriere espresso senza alcuna autorizzazione, per di più in concorrenza con altri soggetti abilitati a farlo.

LE SCOPERTE DELL’AGCOM

AgCom oltre alla multa chiede che vengano sospese immediatamente tali attività di “corriere” e chiede l’autorizzazione a poterlo fare entro 60 giorni: «E’ risultato, infatti, che per i prodotti offerti in vendita dai venditori terzi sul marketplace, le società del gruppo Amazon hanno organizzato un servizio di recapito al cliente finale che in nulla si discosta dal servizio di recapito reso dagli altri operatori postali, ad esempio i corrieri espresso, e che ricomprende le ordinarie fasi di lavorazione del ciclo postale: dalla fase di smistamento fino al recapito al cliente finale presso l’indirizzo del destinatario o presso i locker», spiega Agcom nella delibera pubblica. Non si tratterebbe solo di corrieri “terzi” quelli usati da Amazon ma vi sarebbe una rete molto più complessa alle spalle, molto simile a quanto fa Poste Italiane ma senza avere l’autorizzazione per farlo, ritiene l’Agcom. Addirittura una sezione del sito di Amazon lancia la possibilità di divenire “Corriere per Amazon”: «un corriere è un’azienda locale i cui servizi vengono utilizzati da Amazon per consegnare le proprie spedizioni da un magazzino Amazon ai Clienti finali», scrive la stessa azienda americana sul suo portale. La prima reazione di Amazon è “soft” e si dichiara del tutto disponibile a collaborare: «Consideriamo importante la cooperazione con le autorità e ci impegniamo affinché tutte le osservazioni che ci vengono rivolte siano affrontate il più rapidamente possibile. Abbiamo pertanto esaminato attentamente i riscontri presentati dall’Agcom, fornendo una risposta puntuale a ciascuno di essi. Valuteremo – conclude l’azienda di Jeff Bezos – la decisione presa da Agcom. Siamo disponibili a cooperare con le autorità al fine di fornire ulteriori informazioni relative alle nostre attività».