Lo ripeto dal 2010, ormai da otto anni: siamo in guerra. Questo è il primo pensiero che mi è venuto in mente quando ho appreso della tragedia del ponte Morandi di Genova. E i morti di Genova sono solo dei morti innocenti, uno degli effetti collaterali, di quelli che ci sono sempre in una guerra. Quale guerra? La guerra dei poteri finanziari, la guerra dei ricchi contro i poveri. Forse qualcuno dei miei lettori penserà che sto esagerando, che forse le mie riflessioni hanno preso una piega troppo marxista o filo comunista. No, io mi riferisco a quanto ha affermato il noto speculatore Warren Buffett in un’intervista al New York Times nel 2006. Allora Buffett affermò letteralmente: “C’è una guerra di classe ed è la mia classe, la classe dei ricchi, ad averla iniziata e la stiamo vincendo”.