Solo un acquirente potrebbe salvare in extremis la drammatica situazione che sta vivendo l’azienda Melegatti, simbolo del pandoro italiano, ormai vicina a chiudere i battenti. Il prossimo 17 settembre si terrà il secondo bando, in cui chiunque sarà interessato a rivelare l’azienda veronese potrà presentare la propria offerta. L’ottimismo è ai minimi storici visto che nel precedente bando non si è presentato nessuno, ma tenendo conto del fatto che ci avviciniamo alle stagioni fredde e alle festività natalizie, non è da escludere che possa presentarsi un “salvatore”, per una sorta di vero e proprio miracolo di Natale. L’appello è stato rinnovato recentemente attraverso una lettera da parte dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, rivolto «ad imprenditori capaci e seri affinché prendano in considerazione l’acquisto di questa storica azienda dolciaria veronese». Una settimana fa era stata inoltre organizzata una manifestazione da alcuni consiglieri comunali a sostegno dei dipendenti di Melegatti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



IL 20 DICEMBRE MELEGATTI CHIUDE

Il 20 dicembre sarà l’ultimo giorno di produzione della Melegatti. Beffardo il destino della storica azienda veronese, che per anni ha sfornato i suoi storici pandori, e che chiuderà i battenti proprio nel periodo più fiorente, sotto il Natale 2018. Come riferito dai colleghi di TgCom24.it, i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil e i curatori fallimentari, hanno firmato il licenziamento di tutti i dipendenti nella giornata di ieri, e a breve la decisione verrà comunicata a tutti i lavoratori. Si proseguirà quindi ancora per quasi quattro mesi, quando poi scadrà la cassa integrazione straordinaria. Nel frattempo, si proverà un ultimo disperato tentativo di trovare nuovi acquirenti per la Melegatti.



L’ASTA DEL 17 SETTEMBRE

La prima asta è stato un fallimento, visto che nessuno si presentò, e la scadenza del prossimo bando è prevista per il 17 settembre. Attualmente lavorano 11 dipendenti presso lo stabilimento di San Giovanni Lupatoto (Verona), mentre il resto del personale è sotto cassa integrazione straordinaria. I sindacati hanno fatto sapere dopo la firma che «L’accordo è inevitabile. Si potrebbe però presentare un’altra situazione qualora alla scadenza del secondo bando, ovvero il 17 settembre, si paventassero eventuali acquirenti che avrebbero l’opportunità di valutare il mantenimento totale o parziale delle posizioni lavorative».

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