Si aprono nuove “crepe” tra Lega e Movimento 5 Stelle. Stavolta in campo economico. Il partito di Matteo Salvini non sembra considerare prioritario il reddito di cittadinanza e per questo Luigi Di Maio ha avvertito che se non entrerà nella Legge di bilancio “c’è un problema grave per questo Governo”. I pentastellati vorrebbero poi fare in modo che nella manovra vengano stanziate uguali risorse per la flat tax e il reddito di cittadinanza. L’ex ministro delle Finanze, Francesco Forte, non ha però dubbi: sulla Legge di bilancio la partita la vince la Lega.
Professore, tra Lega e Movimento 5 Stelle sembra potersi aprire un solco in vista della Legge di bilancio…
Mi sembra che per come si sta muovendo Tria, ciò che rimane è praticamente l’inizio della flat tax, anche con l’adozione dell’aliquota del 21% per gli affitti degli esercizi commerciali, che costerebbe appena 400 milioni di euro, ma che è molto importante. In qualche modo il programma della Lega si può realizzare a tappe e compatibilmente con gli equilibri di bilancio, mentre quello del Movimento 5 Stelle appare come una promessa impossibile.
Perché?
Perché nella situazione in cui si trova l’Italia bisogna pensare a fare gli investimenti, le grandi opere, le riduzioni di imposta e di debito, non a creare nuova spesa. Il reddito di cittadinanza con poca domanda di lavoro come può funzionare? Per come è concepito, risulta più efficace, a livello etico e sociale, il già esistente Rei. In Italia i poveri ci sono ed è giusto occuparsi di loro, invece che del reddito di cittadinanza.
Di Maio ha però chiarito che senza il reddito di cittadinanza ci saranno problemi per il Governo.
I 5 stelle hanno accettato con Tria di fare un qualcosa che non si capisce quale beneficio possa avere: si spendono 2 miliardi per potenziare i Centri per l’impiego e altri 2 miliardi per erogare le prime quote di questo reddito di cittadinanza, non si sa bene a chi. Appare come una “pioggerella” che per ora non compromette il bilancio, ma che sposta i problemi sugli anni futuri. Realizzare una flat tax a tappe è invece una cosa sensata, anche perché con un effetto Laffer si hanno via via le risorse necessarie per continuare a diminuire la pressione fiscale, cosa importante in un Paese come il nostro.
Dunque, da quel che sta dicendo, la Lega vince la partita della Legge di bilancio?
Vince la Lega nel senso che in una situazione di venerdì magro, come la chiamo io, il programma della Lega ha il pesce, mentre quello del M5s la carne di maiale. Quindi c’è chi potrà rispettare il venerdì magro e chi invece dovrà digiunare o infrangere il precetto.
Alla luce di tutto questo, la maggioranza di Governo può ancora tenere?
Questa coalizione è destinata a non tenere. Non solo per ragioni economiche. Lo si è visto sul caso Diciotti e lo si vede ora sulla vicenda Orban: Lega e Movimento 5 Stelle hanno visioni diverse, c’è poco da fare. Penso che il momento decisivo si avrà con le elezioni regionali, perché prima è difficile che si cerchi una rottura definitiva della coalizione: la Lega non ha interesse a spegnere un’alleanza che le sta portando consenso, mentre M5s se lasciasse il Governo non saprebbe dove andare. Presumo che non sarà uno dei due partiti a staccare la spina, ma che questa si staccherà da sé.
In che senso?
Se alle elezioni si vedrà un’avanzata del centrodestra, trainata dalla Lega, è chiaro che sarà difficile portare avanti una coalizione con i 5 Stelle. E poi Salvini potrebbe anche far confluire il suo partito nel Ppe, dove oltre a Orban ci sono dei tedeschi che la pensano come lui sul tema immigrazione. Non sappiamo se sono queste o no le carte sul tavolo, ma se si dovessero verificare questi eventi la spina si staccherebbe da sé.
(Lorenzo Torrisi)