Trovano conferma le indiscrezioni sulla cessione di Versace, l’azienda di moda italiana fondata nel 1978 da Gianni Versace. Come riportato da Il Post, a completare l’acquisizione sarà l’azienda statunitense di Michael Kors, pagandola un miliardo e 830 milioni di euro. Una cifra dunque più vicina ai due miliardi di euro che non al miliardo, come la valutazione del fondo Blackstone aveva lasciato presupporre. Sciolto anche uno dei rebus principali, quello sul ruolo che avrebbe assunto Donatella Versace una volta completato il passaggio di consegne: la sorella di Gianni e Santo Versace resterà direttrice creativa. La holding che controlla i vari marchi detenuti da Michael Kors, cui da un anno bisogna aggiungere anche la marca di scarpe Jimmy Choo, cambierà nome dopo questa acquisizione per chiamarsi “Capri Holdings Limited”. (agg. di Dario D’Angelo)



A RISCHIO ANCHE TRUSSARDI?

Il passaggio di consegne fra Versace e Michael Kors potrebbe essere solo il primo di una serie di affari che potrebbero sconvolgere il mondo della moda, provocando un vero e proprio terremoto finanziario. Il prossimo marchio di assoluto prestigio della moda italiana che potrebbe passare presto di mano è quello di Trussardi, che secondo alcuni rumors sarebbe già prossimo alla cessione. Va ricordato come Trussardi abbia chiuso il 2017 con 30,6 milioni di perdita (dopo il rosso di 7,44 milioni già segnato nel 2016), facendo registrare un indebitamento netto per 5,15 milioni che ha portato la società a rifinanziarsi per oltre 51 milioni e a lanciare un aumento di capitale da 5 milioni. Tutti dati che portano a pensare ad un’eventuale cessione in un futuro prossimo, per la quale i bene informati parlando di un altro fondo partecipato da Cdp, Quattro R, che sarebbe pronto a lanciarsi nella ristrutturazion aziendale di Trussardi. (agg. di Fabio Belli)



L’ASSETTO DELLA HOLDING

Il passaggio di Versace a Michael Kors può essere uno degli affari dalla portata più epocale della storia della moda. L’assetto del marchio italiano vede Versace controllata per l’80% da Givi, una holding la cui maggioranza (50%) è controllata da Allegra Versace Beck, figlia di Donatella Versace che ne detiene invece il 20%, oltre alla carica di direttrice direttrice dello stile, mentre il restante 30% è nella mani dello zio di Allegra e fratello di Donatella, Santo Versace, fondatore del marchio assieme al fratello designer Gianni nel 1978, vittima di assassinio a Miami nel luglio del 1997. Da allora, per questi successivi 21 anni, la maggioranza dell’azienda è finita nelle mani della nipote Allegra, coadiuvata dagli zii, ma per la famiglia Versace sembra ora arrivato il momento di passare la mano per un affare da quasi 2 miliardi di euro. (agg. di Fabio Belli)



L’EMOTICON DI SANTO VERSACE

La cessione di Versace a Michael Kors è ormai cosa fatta. Secondo quanto viene riportato da alcuni media e dall’agenzia di stampa Ansa, infatti, le due parti stanno firmando l’intesa e nelle prossime ore, stasera o domani mattina, potrebbe essere emesso un comunicato. Probabile che si attenda la chiusura dei mercati americani, dove la holding di Kors è quotata, per dare l’ufficialità dell’operazione, il cui valore dovrebbe attestarsi intorno ai 2 miliardi di euro, cifra che avrebbe portato altri contendenti a rinunciare all’acquisto della Gianni Versace SpA. Attualmente, sulla borsa americana, la Michael Kors Holding cede l’8,6%. Resta da capire quale sarà il ruolo della famiglia Versace nel futuro della Maison, in particolare se Donatella resterà a capo del reparto creativo. Ansa ha provato a contattare Santo Versace, ricevendo però come risposta un messaggio con le emoticon raffiguranti le tre scimmiette che significano: “Non vedo, non sento, non parlo”. (aggiornamento di Bruno Zampetti)

VERSACE, CESSIONE VICINA ALLA MICHAEL KORS HOLDING

La cessione di Versace è vicina e pare che ci sarà la Michael Kors Holding nel futuro del noto marchio della moda italiana. Secondo quanto viene riportato da Mf-Dow Jones, che cita quanto riferito da una fonte a conoscenza dei fatti a Dow Jones Newswires, il gruppo americano attivo nel mondo della moda pagherebbe 2,35 miliardi di dollari, circa 2 miliardi di euro, per concludere l’affare. Non è ancora chiaro, tuttavia, se la holding Givi, che controlla la Gianni Versace Spa e che è posseduta dai familiari del noto stilista italiano, manterrà o meno una quota di minoranza in futuro oppure se Donatella Versace resterà come direttore creativo della maison. Quel che è certo è che la vendita avverrà al prezzo indicato dall’agenzia di stampa finanziaria verrebbe superata di molto la valutazione che solo 4 anni fa aveva fatto Blackstone (1 miliardo di euro). (aggiornamento di Bruno Zampetti)

VERSACE, CESSIONE VICINA PER LA MAISON DI MODA

Sta per aprirsi una nuova era in casa Versace: la maison di moda sta per essere venduta. Domani è atteso l’annuncio dell’accordo per la cessione della società, oggi nelle mani della famiglia Versace per l’80% e de fondo Blackstone per il 20%. Quanto potrebbe valere la maison in caso di vendita? Blackstone l’aveva valutata 1,1 miliardi di euro, quindi l’asticella dell’operazione potrebbe pendere più verso questa soglia che sui 2 miliardi, la valutazione più gradita alla famiglia. Secondo quanto ricostruito da Repubblica, Lvmh e Kering avrebbero studiato in passato il dossier, poi avrebbero scartato l’ipotesi di un acquisto. Sia Donatella che sua figlia Allegra resterebbero nella società, anche con una quota. Ovviamente è partita la caccia all’identità del possibile acquirente, ma resta ancora l’incertezza: si fanno i nomi di Michael Kors e Tiffany, ma per quest’ultima la strada sembra più complicata, essendo una public company.

VERSACE IN VENDITA: DONATELLA RESTERÀ IN SOCIETÀ

La vendita di Versace è alle battute finali: l’annuncio dovrebbe arrivare domani ai dipendenti del gruppo. Oggi sono emerse le indiscrezioni sulla cessione, ricircolate dopo la sfilata dei giorni scorsi. La notizia era però attesa da diversi mesi, visto che il Sole 24 Ore aveva parlato in una lunga inchiesta sulle cessioni di diverse maison italiane per la loro internazionalizzazione. Versace non è l’unico caso: stessa sorte potrebbero avere Ferragamo e Trussardi. Il rebus su Versace riguarda acquirente e prezzo. Per mesi ha trattato la francese Kering, che però sarebbe stata superata da altri compratori. Si fanno i nomi degli americani Coach-Tapestry, che punta a diventare una conglomerata, e soprattutto Michael Kors, che però ha poca cassa a disposizione e dovrebbe dunque indebitarsi per un’acquisizione di questo tipo. Più remote le possibilità di Tiffany, che difficilmente si diversificherà dalla gioielleria, mentre per i grandi fondi di private equity il prezzo sembra troppo alto.